AL PARCO DI TRENNO CON MIA MOGLIE
by cp58miAL PARCO DI TRENNO CON MIA MOGLIE 2
Una volta a casa, diversamente dalle altre volte quella sera non aveva intenzione di liberare il bagno e mi stupii per tutto quel tempo rimasta dentro e per curiositá andai a dare una sbirciatina.
La trovai con un piede sollevato poggiato sullo sgabello e tenendo la gamba allargata era intenta ad accorciare il pelo sopra alla vagina: sotto era completamente rasata e liscia come quella di un neonato mentre sopra teneva il pelo corto e ben curato e ne approfittai per vedere quanto bella fosse la mia donna, che seppure fossero anni che stavamo insieme ancora oggi mi faceva sangue solo a guardarla quel corpo magnifico di donna matura.
Mi hai letto nel pensiero? Disse vedendomi con il clistere in mano e le
risposi che pensavo fosse bene farlo prima che uscire, nel caso l’avrei rimesso via.
No facciamolo rispose, cosí mi sentiró piú pulita.
Quella risposta mi portó un’erezione istantanea che non m’aspettavo e pensai che quella sera sarebbe stata una serata di fuoco.
Andai in cucina e misi a bollire l’acqua, poi ci buttai dentro una certa quantitá di camomilla come lenitivo che girai fino a che l’acqua non ne prese il colore e spostai la pentola in attesa che la temperatura fosse idonea perché lei potesse riempirsi. Una volta in bagno appesi la sacca di due litri sul porta accappatoio e attesi che lei si mettesse carponi in doccia per farsi infilare il beccuccio giá unto di vaselina che delicatamente le infilai dentro fino al fermo e aprii il rubinetto.
Quanto mi piaceva quest’operazione, ogni volta mi portava all’erezione e pure lei la zoccola provava piacere in quella pratica.
Gliene dovetti fare due perché fosse certa di essere internamente pulita e non fu contenta fino a quando non vide uscire l’acqua pulito com’era entrata e solo allora potei riporre il tutto.
Guardandole l’ano nel sfilarle il beccuccio mi sovvenne di pensare che se quello gliel’avesse messo in culo quella sarebbe stata l’ultima volta che lo vedevo in quel modo perché dopo una mazza cosí chissá come le sarebbe rimasto.
E anche quel pensiero mi portó l’erezione e lei vedendomelo venir duro mi chiese cos’avessi, feci un’alzata di spalle e prima di uscire le dissi che le sarebbe piaciuto sicuramente se avesse deciso di dargli il culo.
Piú tardi entrando in camera rimasi a bocca aperta a vederla. Era seduta sul letto intenta a lisciarsi le calze nero fumo che le accarezzavano le magnifiche gambe tenute dalle staffe del reggicalze pure lui nero e il contrasto che la sue pelle chiara era una botta erotica alla vista che ancora senza la mutandina sembrava incorniciare il triangolo scuro dei peli cosí ben tenuto da sembrare un’opera d’arte: era davvero magnifica e eccitante che lui quando l’avrebbe vista sarebbe andato fuori di testa.
Quando ti vedrá cosí gli farai venire un infarto.
Mi auguro di no povero… rispose sorridendo.
Attenta a che non ti venga in bocca peró altrimenti quella che rischia di
morire soffocata sei tu.
Rise di gusto e rispose che era difficile che le venisse in bocca, quello che vorrebbe sarebbe certamente quello di venirmi dentro, in quel caso non rischierei la vita: tanto cazzo tanto sperma disse ridendo di nuovo.
E se gli dessi il culo non sarebbe meglio? Pensa che bello sentirti
riempire l’intestino da tanta sborra: come minimo verresti pure tu.
Vero! Rispose sognante come se stesse immaginandolo.
Pensi che lo farebbe senza protezione? Glielo chiesi piú che altro per
capire se avesse o meno l’intenzione di darsi a lui a pelle e rispose di non saperlo.
E poi basta con ste cose disse, non volendo anticipare i tempi e dare
tutto per scontato. Non sappiamo nemmeno se verrá, né come si chiama.
Se è per questo basterá chiederglielo dissi mentre s’infilava il perizoma
di pizzo nero che le avevo regalato e che era perfetto per fare pendant con calze e reggicalze.
Era carica come una mina anti nave pronta a scoppiare al minimo contatto, trasudava dai pori la propria voglia e non vedeva l’ora di salire in auto per giungere il parco.
A coprire il tutto aveva indossato un abito elegante che aveva preso in occasione di un invito a una serata di gala della societá per la quale lavorava in cui furono invitati pure i rispettivi coniugi. Era un abito da sera elegante con una scollatura a V molto aperta che se non tenuta da una spilla non avrebbe potuto contenere il suo seno che sarebbe uscito al minimo movimento e che quella sera ovviamente dimenticó di mettere.
Ricordo che in quella occasione anche le colleghe con le quali aveva piú confidenza la guardarono quasi con invidia domandandosi cos’avessi di cosí speciale per non mettermi le corna.
In macchina quella sera approfittando di essere fermo al semaforo con affianco casualmente un pullman di linea, senza che se l’aspettasse le palpai il seno e glielo tirai fuori perché l’autista lo vedesse e fu bellissimo vedere come quello rimase imbambolato a guardare mentre lei una volta ripartiti si mise a ridere per quel mio gesto inaspettato dicendomi che avremmo dovuto rifarlo. Disse che era stato bellissimo vedere la faccia dell’autista quando le avevo tirato fuori il seno e le era piaciuto molto quell’aperitivo prima di giungere al parco.
La sorpresa peró l’avemmo una volta arrivati perché non trovammo nessun’altra macchina all’infuori della nostra: il parcheggio era vuoto, sembrava di stare in un film di fantascienza dove eravamo gli unici sopravvissuti dato che in giro non c’era anima viva oltre a noi.
QUEL COGLIONE pensai! Possibile ci avesse dato buca, non potevo crederci! E pure Marta guardandola lasció trasparire quanta delusione avesse.
Forse ha avuto un problema dissi per alleggerire l’amara pillola.
Sí ma se vi foste scambiati i numeri di telefono questo non sarebbe
successo disse seccata, e aggiunse: comunque l’avevo detto, non so perché ma me lo sentivo che finiva cosí. Disse amareggiata.
Tutta settimana a pensare a cosa sarebbe potuto succedere per poi arrivare lí e scoprire che ci aveva dato buca, non potevo crederci.
Aspettammo qualche attimo prima di decidere cosa fare e visto che eravamo lí decidemmo di raggiungere comunque la nostra panchina e facemmo bene a farlo visto come in un attimo il nostro morale cambió quando trovammo la nostra panchina occupata da lui che seduto si fumava una sigaretta in attesa che arrivassimo.
Mia moglie vedendolo mi strinse cosí forte il braccio dalla contentezza di vederlo che mi fece quasi male e col viso trasformato da quanto era radioso.
Lui si alzó per salutarci e lei lo abbracció quando lui si avvicinó per baciarla sulle guance e lo tenne stretto a sé per qualche lungo attimo mentre le si illuminó il viso per qualcosa che lui le disse sussurrando all’orecchio e penso fossero dei complimenti per come era vestita.
Senti gli domandai quando si lasciarono dall’abbraccio, possiamo
sapere come ti chiami?
Roberto rispose, mi chiamo Roberto, e voi?
Io Mauro e lei Marta. É mia moglie tenni a precisare. E tu? Anche tu
sei sposato?
Sí rispose. E se vi state chiedendo il motivo del perché venga qui vi
rispondo che la causa è proprio lei, mia moglie perché da quando tempo fa ha smesso di avere le sue cose, assieme a quelle ha perso ogni interesse per il sesso tanto da dirmi che avrebbe pure capito nel caso mi trovassi un’altra che mi desse piacere. Tu le somigli molto disse a Marta, con la differenza che lei si è lasciata andare mentre tu sei bellissima.
Ed è per questo che frequenti il parco, per cercare compagnia?
Chiesi curioso.
No qui ci sono capitato per caso. Inizialmente mi sono iscritto su un
sito di coppie in cerca di avventure dove ho conosciuto una giovane coppia con la quale ho interagito e dopo uno scambio di messaggi e foto abbiamo deciso di conoscerci.
E beh! Feci io. La vita deve pur andare avanti. A lei invece dissi
indicando mia moglie è capitato l’esatto contrario e da quando ha perso il ciclo si è trasformata sessualmente e anziché diminuire la voglia di sesso le è aumentata tanto che non riesco a stare al passo. Per questo, per eccitarmi abbiamo iniziato a frequentare questo parco, per la nomea che ha di essere frequentato da coppie in cerca di divertimento scoprendo che mi eccita vedere lei corteggiata da sconosciuti.
Marta sentendomi mi diede una pacca sulla spalla e mi smentí dicendo che non era vero che non ero in grado di soddisfarla ma le passeggiate serali le facevamo per fare piacere a me.
Sí ma non puoi negare che non ho piú il tempo di ripresa che avevo
Prima, ora ho bisogno di piú tempo. Del resto l’hai visto cosa ci piace fare dissi rivolto a lui. Ma devi sapere che quanto è successo con te è stata la nostra prima esperienza con un altro uomo, non era mai capitato prima. Lei fino a quel momento non aveva mai permesso a nessuno di “toccarla”. Avevo usato quel verbo per non dire “scoparla”, non sarebbe stato bello nei confronti di lei e continuai dicendo di essere consci che prima o poi sarebbe potuto succedere ed eravamo contenti che quella prima esperienza fosse capitata con lui: vero amore? Dissi, e lei annuí.
Incredulo ci guardó, prese le sue mani tra le sue e le disse di essere onorato di essere stato lui la sua prima trasgressione sperando di averle lasciato un buon ricordo.
Non saremmo qui se non fosse cosí risposi in sue veci e toglierla
dall’imbarazzo della risposta e curioso gli chiesi se ancora frequentasse la coppia di cui ci aveva parlato.
No rispose tutto d’un fiato. La sera che vi ho incontrato sarebbe dovuto
essere il nostro secondo incontro, ma mentre arrivavate mi avevano mandato un messaggio vocale per dirmi che a causa di un problema dell’ultimo momento non sarebbero potuti venire. Dev’essere stato il fato a far sí che non venissero altrimenti non avrei avuto l’occasione di conoscervi.
Mi chiedo perché cerchino tali trasgressioni vista la loro giovane etá:
quanti anni hanno!
Lei ne ha trenta e lui trentadue. Ma il problema pare l’abbia lui.
Da anni ha iniziato a fare palestra e frequentando l’ambiente gli è venuta la mania del corpo scolpito e dei muscoli in evidenza, per questo ha iniziato a fare uso di farmaci che aiutano alla crescita di questi ultimi ma che a lungo andare gli hanno creato vari problemi, tra questi anche quelli dovuti all’erezione. È per questo, perché lei non cercasse altrove col rischio di rovinare il matrimonio che hanno deciso assieme di cercare altrove chi potesse darle quello che lui non era piú in grado senza coinvolgimenti di sorta né di sentimenti.
Per ora! Ma a lungo andare che fine faranno!
E sí rispose lui, penso che sará un problema tenere in piedi il loro matrimonio.
Marta non concepiva che due persone tanto giovani potessero arrivare a tanto e gli chiese se lo facevano solo lí al parco.
No. La prima volta il marito era propenso ad andare in motel ma lei
si rifiutó perché non si sentiva ancora pronta e per questo optammo di farlo in macchina in una zona appartata. Inizialmente era stata un blocco di ghiaccio tanto che avrei voluto finirla lí, ma poi lei pian piano si è lasciata andare perché avevo convinto suo marito a uscire e a fare da palo: era la sua presenza a bloccarla.
E l’incontro saltato? Chiese nuovamente mia moglie.
Quello sarebbe stato il nostro secondo incontro e avevano scelto loro
che avvenisse qui. Sapevano di quanto accade qui e avevano deciso per il parco: il resto lo sapete.
Perché smettessero con quelle stronzate e incominciassero a interagire fui io che presi l’iniziativa e fattala alzare e messa difronte a lui, da dietro le sollevai il vestito fino alla vita e gli chiesi se l’altra fosse bella come lei: dimmi se non è uno spettacolo gli dissi.
Rimase a bocca aperta nel vedere quanta bellezza gli venisse offerta
e rimase senza parole.
Bé certo non saró come lei vista la differenza d’etá tra me e lei, ma in compenso mi difendo disse lei sapendo di aver fatto colpo.
Non scherziamo rispose lui, non è neanche paragonabile. Tu sei la
femminilitá fatta carne: sei unica!
E inizió a carezzare la parte di coscia messa a nudo dalle calze prendendo a palparla con maggior voglia crescente. Fui io che la invitai a sedersi sulle sue ginocchia e lo fece tenendo una gamba giú in modo che rimanessero aperte per dar modo a lui di poterla toccare intimamente. Che troia pensai: non vedeva l’ora e lui nemmeno visto che accarezzandole la coscia intrufoló subito le dita nella mutandina per arrivare a sentire iol calore della sua figa.
Al contatto Delle sue dita Marta gli prese il viso tra le mani e gli cacció la lingua in bocca, non vedeva l’ora di averlo tutto per sé e ora se lo sarebbe goduto.
Pure io mi sedetti e mi concentrai sulla mano che le stava giá dando piacere e che mi aveva fatto venire il cazzo duro come il marmo.
Per loro era come se io giá non ci fossi, ero stato escluso dal loro mondo, in quello c’erano solo loro due e nessun altro.
Poi la fece alzare e lei le si sedette accanto a guardarlo mentre si sbottonava la cintura e poter abbassare i pantaloni per poter uscire il cazzo che a fatica teneva dentro e non appena lo liberó Marta se ne impossessó e stringendolo si abbassó per poterlo baciare: non vedeva l’ora di poterlo fare e le si avventó sopra come se avesse paura di perderlo. Era tanta la voglia repressa per quell’uomo che non vedeva l’ora di averlo di nuovo tutto per sé.
Che bello sussurró come a dirlo a sé stessa e lo guardó incantata prima
di rimetterselo in bocca.
Mmmh fece lui estasiato nel sentire la sua bocca avviluppargli il cazzo
E iniziare a dargli piacere. Ce la metteva tutta lei per cercare d’ingoiare piú nerchia di quanto potesse senza peró riuscirci piú di tanto e ogni tanto si staccava per poter riprendere fiato e dare un pó di tregua alla propria mandibola. In quei momenti di stanca glielo menava mentre con l’altra mano non smetteva di dargli piacere accarezzando i coglioni che sapeva pieni di sborra che non vedeva l’ora di vuotare.
Pure lui non fu da meno e per darle piacere le aveva sollevato il vestito e intrufolato le dita lello slip la stava sditalinando facendola gemere.
Era cosí erotica vedere quella troia alle prese con quella cannella che non potei non tirare fuori il cellulare e riprenderli attento a non riprendere lui in viso, che a me interessava era riprendere in viso lei mentre col cazzo in bocca lo succhiava con dovizia per dargli piacere quella gran troia.
Poi quando ne ebbero abbastanza smisero e Marta si toccó la mandibola che doveva avere indolenzita dopo tanto lavoro, toccó a lui ora inginocchiarsi tra le sue gambe per darle piacere e per questo lei le aprí e semi distesa si offrí alle sue labbra che lui prese subito a baciare e leccare come fosse miele facendola trasalire di piacere.
Oltre alla dotazione era pure bravo di lingua visto che bastarono poche lappate a mia moglie perché venisse soffocando i gemiti di piacere che le uscirono spontanee dalla bocca.
Roberto attese che scemassero prima di farla alzarla e condurla come la volta prima dietro alla panchina per poterla chiavare, lei lo capí e lo seguí
Non appena furo dietro, lei si appoggió alla panche in attesa di una sua mossa che subito arrivó. Fui io a sollevarle il vestito e appoggiarlo sulla schiena china di lei mentre lui prese a trafficare col preservativo. Erano giorni che Marta attendeva quel momento, non vedeva l’ora e tra poco sapeva che sarebbe stata accontentata.
Appoggiata e con la testa voltata all’indietro lo guardó mettersi il preservativo pregustando il momento di sentirsi scavare come la volta scorsa: non vedeva ‘ora e una volta che lui terminó lo guardó pregandolo di non farle male e protese il culo verso lui perché la prendesse.
Col telefonino messo in modalitá video mi misi a riprenderlo mentre scorreva il suo cazzo sulla figa umida di umori facendole sentire con cosa tra poco le avrebbe devastato la figa: cosa che lei aspettava da tempo accadesse. Lo prese in mano e dopo averlo scorso tra le labbra perché si aprissero, lo puntó e le affondó lentamente dentro fermandosi nel sentire la mano di lei premere per non farlo andare oltre.
A gambe aperte Marta inizió a muoversi e a seguire all’unisono le spinte di lui assecondandole ma sempre tenendo la mano sul ventre di lui per paura che potesse spingere e farle male.
Per me fu impossibile resistere oltre e sentendo di non potermi trattenere presi a menarmelo fino a fare dei lunghi schizzi come da tempo non mi capitava piú. Con l’adrenalina che pompava a mille ebbi perfino paura che mi venisse un infarto da quanto mi batteva il cuore per la perversione che mi avvolgeva.
Pure a Marta bastó poco ed ebbe il secondo orgasmo e questa volta lo gridó non riuscendo a trattenerlo, lo disse a noi e agli alberi intorno zittendo perfino la civetta che smise di sguittire mentre lui continuó imperterrito a perticarla senza darle respiro facendola godere in continuazione visto che sembrava non bastarle mai.
Mi chiesi come fosse possibile che dopo una vita passata assieme non mi fossi accorto di quanta troiaggine avesse dentro, oppure ero io a non essere stato capace di tirargliela fuori come aveva fatto lui.
E mentre la impecorava le spinse l’abito fin sulle spalle e con le mammelle che sembravano due campane, chino sopra lei la chiavava come non ci fosse un domani martoriandole i capezzoli fin quasi a farle male: cosa che a lei adora, ma lui come faceva a saperlo!
Se davvero esistono i maschi alfa, beh, lui lo era sicuramente. Mai l’avevo vista godere in quel modo continuo tanto che pensai avremmo dovuto portarla a braccia alla macchina una volta finito.
Era incredibile quante volte quella venne quella sera, ne avevo perfino perso il conto. Non un orgasmo che subito ne seguiva un altro, e che cazzo! Sta troia che non era altro! Mi sentii perfino un coglione per non essere mai stato capace di farla godere in quel modo e per questo un pó me la presi.
A lasciarmi alle spalle quei pensieri fu vedere lui come inizió a toccarle il culo, sembrava venerarlo tanto erano morbose le sue carezze e l’attenzione che gli stava dando. Ero certo che bramasse il magnifico culo di mia moglie ma ero anche certo che non volesse ripetere l’errore della volta precedente limitandosi a carezzarlo e a solleticarle l’ano. Fui io che arrapato decisi di dissuadergli i dubbi e avvicinatomi gli sussurrai di provarci perché ero certo che questa volta non gliel’avrebbe rifiutato e detto questo mi feci da parte.
A lui non parve vero e mentre la montava mi guardó e visto che gli feci cenno di farlo con la testa, contínuó a montarla con lei ignara di quanto gli avessi detto.
Come la volta prima peró lui intanto che la chiavava intinse il negli umori vaginali di lei per lei aprirle allargale le chiappe e lubrificare l’esterno dell’ano: cosa a lei molto gradita e lui accortosene prese a pressare piano vedendo quanto lei apprezzasse. Fu allora che provó e premendo le cacció dentro il dito che lei accolse con un gemito di piacere che accompagnó con un siii mentre sporse ulteriormente il culo verso lui.
Quello mi guardó incredulo incerto sul da farsi e quando vide che gli feci segno come a dirgli hai visto? Mi rispose con un mezzo sorriso ebete come se non ci credesse. Fu solo il mio atteggiamento a spingerlo a provarci e lo fece con vero terrore che lei s’incazzasse come la volta scorsa e per non rischiare si piegó sopra lei e le disse che aveva un culo da favola che avrebbe voluto prendere se lei glielo avrebbe permesso.
Marta dopo un istante, intanto che subiva i suoi colpi che si fecero meno forti in attesa che lei gli rispondesse, voltó la testa e guardandolo acconsentí chiudendo una volta le palpebre e facendo di sí con la testa.
Quello mi guardó incredulo, raccolse un pó di umori vaginali e mentre la perticava piano prese a lubrificarle l’ano e entrando con le dita prese a muoverle come a volerglielo allargare e fu fantastico riprendere la scena.
Gli si sfiló da dentro e preso in mano il cazzo puntó la cappella sullo sfintere con lei che si voltó e gli disse di fare adagio perché non l’aveva mai preso cosí grosso e mi ritrovai col cazzo nuovamente duro facendomi pensare che fosse avvenuto un miracolo.
Fu lei peró ad afferrare il cazzo e a puntarselo contro, lo centró sul pertugio e tenendolo ben fermo le si spinse contro. Col faretto del cellulare potei vedere come l’ano si apriva per far passare la grossa cappella che premendo si apriva la strada in quella cavitá tanto desiderata fino a sparire al suo interno mentre lei con un aaah lo accolse fino a che lo lasció libero di entrarle dentro: questa volta non gli tenne la mano per fermarlo, sapeva quanto fosse profondo l’intestino sapendo di poterlo accogliere tutto senza problema e cosí fu, lui si fermó solo quando il bacino non fu a contatto con le natiche di lei rendendosi conto di averglielo
Sapendo l’esperienza che mia moglie aveva nel prenderlo nel culo immaginai che avesse agevolato la messa in culo spingendo come se dovesse defecare in modo che il muscolo si allargasse e permettesse un’entrata senza dolore o per lo meno diminuirlo. Fu per questo che emise colo un gridolino e lo fece sentendo la parte piú larga della cappella forzare il muscolo per oltrepassarlo e non fu che un istante perché subito dopo lo sentí scivolare in profonditá come fosse risucchiato.
Immobile e col cazzo affondato nel culo di quella troia di mia moglie lui mi guardó stupito dalla facilitá con cuoi l’aveva preso e si mise a muoversi uscendo e entrando di pochi centimetri ma vedendo che lei muoveva il culo come a suggerirgli di montarla forte prese a farlo progressivamente fino a che non inizió a incularla certo di poterlo fare senza alcune restrizioni.
Marta era al settimo cielo, mai aveva provato a prendere nel culo una mazza di quelle dimensioni e pareva delirare da quanto godeva e inizió a dirgli gemendo di incularla forte e di farla sentire quanto era troia, di spaccarle il culo e farglielo sentire in gola. Questo mi portó un’altra volta a venire e seppure avessi eiaculato solo poche gocce, godetti come poche volte avevo fatto, con un trasporto cosí profondo che dovetti sorreggermi alla panchina per non cadere in ginocchio da quanto forte era stato l’orgasmo provato. che mi lasció anche se in minima quantitá.
Quella troia aveva una mazza nel culo e ancora non le bastava, se quello ne avesse avuto ancora avrebbe potuto cacciarle dentro anche l’eccedenza che lei l’avrebbe accolto gioiosamente sta grandissima puttana! Si stava facendo scavare il culo come se fosse una cosa di tutti i giorni, e lui felice l’accontentava sfondandole il culo a ogni colpo: sembrava senza fondo.
Poi la vidi come se si stesse pisciando addosso perché mentre lui la inculava forte, lei appoggiata alla panchina con una sola mano si era messa a sditalinarsi con l’altra raggiungendo un tale piacere da schizzare piscio ovunque bagnandosi le calze, gambe e quant’altro avesse indosso. Mai l’aveva fatto e rimasi stupito nel vedere che pure lei per la prima volta aveva squirtato in quel modo plateale cui non la credevo capace.
Eccitato nel vederla godere in quel modo, anche lui sembró prossimo a venire perché inizió a fare dei versi come il grugnito di un maiale e col cazzo affondato in profonditá inizió a godere in quella caverna calda che tanto piacere gli aveva dato e tenendola ferma per i fianchi come se avesse paura che scappasse svuotó il suo piacere nel suo intestino anche se ad accoglierne il seme sarebbe stato il preservativo.
Che troia era diventata, non l’avevo mai sentita pronunciarsi in quel modo. Quando si accorse che stava per godere inizió a incitarlo a spaccarle il culo spingendosi contro lo pregava di riempirle l’intestino di sborra, cosa che lui senza saperlo stava facendo.
A Roberto non sembrava vero il modo in cui le stava godendo dentro, era un piacere unico che da tempo non provava e si godette quegli attimi intensi lasciandosi andare al piacere. Pure lei fece lo stesso ringraziandolo per tutta la sborra che le stava riversando dentro e mi dissi che doveva proprio essere andata fuori di testa se si sentiva riempire di sborra dal momento che lui se l’era incappucciato.
Attese un pó prima di sfilarsi da dentro e quando lo fece finalmente sia io che lui restammo a bocca aperta nell’accorgerci che il goldone era lacerato e arrotolato alla base del pene. Marta sentendolo imprecare si voltó e subito ne capí la ragione. Le era venuto dentro e d’istinto si portó la mano al culo e si accovacció per liberarsi della sborra che le aveva rilasciato dentro.
Come cazzo è successo chiese mentre dal culo iniziava a scendere una
colata di sborra.
Non ne ho idea rispose abbacchiato, non me ne sono accorto sennó mi
sarei fermato.
Dalla sua borsetta presi il pacchetto dei fazzolettini e glieli passai
perché si ripulisse e usó tutta la confezione per farlo. Si alzó e guardando per terra si rese conto di quanta sborra avesse espulso:
Madonna mia, ma quanta ce n’é! Disse lei. Allora non era stata solo
un’impressione, quelli erano schizzi veri che ho sentito.
Altro che immaginazione risposi e rivolto a lui vedendolo pensieroso
gli dissi di stare tranquillo in quanto mia moglie era sanissima dal punto di vista medico e gli chiesi se anche noi potessimo esserlo di lui.
Lavoro in ospedale disse, se avessi qualcosa non potrei lavorare.
Questo tranquillizzó sia me che lei e rasserenata Marta gli chiese se gli fosse giá capitata una cosa simile, che gli si fosse rotto il preservativo durante l’amplesso.
Mai rispose. Non mi è mai accaduto e non avrei mai pensato che
potesse succedere. È da sempre che li uso e una cosa cosí non mi era mai capitata.
Ok dissi io per chiuderla lí. É andata. L’importante è sapere che non
sorgano conseguenze: sarebbe terribile!
Tornati coi piedi per terra si sorprese quando Marta gli rese il fazzoletto che lui aveva gettato la volta prima e che ora gli rendeva lavato e stirato.
É il tuo gli disse porgendoglielo. Era un peccato gettarlo e l’ho recuperato. Quando finisci dallo a me che penso io a lavarlo. Lui le sorrise e annuí.
Senti, ti è giá capitato di fare il culo a altre donne? Chiesi piú che altro
per sapere che non fosse lei l’unica ad averglielo dato e mi rispose che di esperienze extraconiugali ne aveva avute parecchie, ma tutte si erano rifiutate di dargli il culo per via delle dimensioni, qualcuna ci aveva provato ma avevano subito rinunciato.
Stai dicendo quindi che lei è la prima alla quale hai fatto il culo?
Sí! Ed è stata una cosa sconvolgente, un tale piacere non l’avevo mai
provato e non lo potró mai dimenticare e lei è stata una magia disse guardandola.
E ci credo! Pensai. Dove la trovi una troia come questa disposta a prendersi in culo una trave come la tua volevo dirgli.
Perfino io rimasi sbalordito dalla facilitá con cui le era entrato dentro. Avevo pensato che l’avrebbe fermato, che sentendolo spingere a fondo l’avrebbe trattenuto con la mano e invece se l’era fatto scivolare nell’intestino come fosse una supposta quella troia! Come fosse una quotidianità e pensai che dopo quell’esperienza non le sarebbe piú servito il gel all’acqua che tenevo nel comodino per lubrificarle l’ano visto che lui gliel’aveva aperto come una cozza senza oliarla. Chissá se quando l’avremmo fatto noi avrebbe ancora sentito qualcosa, perché ora mi sentivo un omuncolo al confronto con lui e sminuito nei confronti di lei quando mi avrebbe cercato perché la facessi godere.
Ma nello stesso temo ero curioso di vedere come le aveva ridotto l’ano, solo che non potevo farlo davanti a lui, avrei dovuto aspettare di essere a casa per verificare e non vedevo l’ora. Nel frattempo le chiesi se andava tutto bene o se avesse dolore.
No, tutto bene. Ho solo sentito un pó di dolore all’inizio, ma è stato un
attimo. È stato davvero bravo sapendo che è la prima volta che lo fa: e tu? Anche tu tutto bene! Volle sapere.
Certo risposi, (Non sono io quello che l’ha preso in culo) volevo dirle ma mi trattenni.
Poi, non so come, mi venne da dire che certi atti andrebbero fatti in un comodo letto e non in piedi come animali: con tutti i motel a disposizione sarebbe piú comodo che ne dite.
Neanche per idea saltó su lei. Io in un motel non ci vado, non sono una
Puttana. E poi scusa, abbiamo una casa no? Perché allora andare in motel.
A casa nostra! Nel nostro letto? Chiesi stupito.
Bé e che ci sarebbe! Farlo qui o da un’altra parte non è lo stesso?
Almeno a casa mi sentirei piú a mio agio che non in un motel. E non sapendo che rispondere annuii.
Quella sera io e lui ci scambiammo i numeri di cellulare ma prima di andarcene Marta gli chiese se si fosse rivisto nel frattempo con la giovane coppia di cui ci aveva parlato e capii da quella domanda che non le andava di dividerlo con l’altra perché quell’uomo lo voleva tutto per sé.
Guardandola sorpreso per la domanda le rispose di no. Disse che dopo averci conosciuto, ricevette una telefonata dal marito per pianificare con lui un altro incontro e lui gli aveva risposto che era meglio che interrompessero la cosa e che preferiva chiuderla lí.
A sentirlo le si illuminó il viso tanto fu contenta di sentirlo e l’abbracció, gli diede un bacetto sulla guancia e ci salutammo.
Lungo il tragitto verso casa mi venne di domandarle se per caso non stesse perdendo la testa per quell’uomo temendo una risposta affermativa e invece mi rasserenó nel sentirla rispondermi:
Ma sei impazzito? Non pensarlo neanche! Non l’hai detto tu che è solo
un gioco? Che sia un bell’uomo e che mi piaccia come scopa non lo nego, ma è per questo che possa perdere la testa. Il nostro rapporto va oltre a tutto questo disse avvicinandosi a me per baciarmi.
Attenta sto guidando dissi nascondendo l’emozione che provai a
sentirglielo dire e mi rilassai alleggerito da quel pensiero malsano.
Non sono come le mie colleghe disse poi che per giustificare le corna
che gli mettono danno la colpa a loro dicendo che le trascurano e che pensano piú al calcio che non a loro, ma sono tutte stronzate perché lo fanno per provare altri cazzi altro che storie.
Poi come un fulmine a ciel sereno mi chiese cosa ne pensassi se lo invitassimo a cena da noi il sabato entrante.
La cosa mi lasció basito e feci di tutto per simularlo, ma pensai che se
me l’aveva chiesto era perché ci teneva e per questo le risposi che sarebbe stato bello invitarlo.
Una volta a casa non le diedi neanche il tempo di farsi la doccia che appena si svestí la buttai sul letto arrapato come non mai e presi a baciarla dappertutto intanto che lei rideva per la foga con la quale lo facevo e la faci girare a faccia in giú con l’intento di vedere come fosse ridotto l’ano dopo il passaggio della bestia e baciandole la schiena presi a scendere fino ad arrivare sulle chiappe che allargai per baciare ma soprattutto per guardarle l’ano. La troia peró capí al volo cosa stessi facendo e mi chiese se fosse diverso il suo orifizio da com’era prima e non credendo ai miei occhi dovetti risponderle anche se non mi sembrava possibile che era lo stesso di sempre e non sembrava che di lí ci fosse passato una qualcosa di diverso dal mio e presi a baciarlo e a leccarlo fino a che non ci infilai dentro un dito accorgendomi di come fosse scivoloso e pensai subito che fosse del residuo di sperma. Tirai fuori il dito e l’annusai scoprendo che era proprio sperma.
Non so il perché lo feci ma l’annusai, poi poggiai il dito sulla lingua e ne sentii il sapore: era sperma non c’erano dubbi e chissá perché me lo ficcai in bocca e lo succhiai col cazzo che mi si rizzó ancora di piú.
Che fai! Chiese Marta. Le cacciai dentro ancora il dito e tiratolo fuori glielo misi dinnanzi alla bocca: hai ancora in culo lo sperma di lui le dissi mettendogli il dito davanti alle labbra. L’annusó come avevo fatto io e tirata fuori la lingua lo assaggió.
Mmh buono disse, e tenendomi per il polso ciucció il dito come avevo
fatto io. Dai leccamelo mi disse per mettermi alla prova, voleva essere certa di quanto fossi diventato porco e lo feci senza farmi pregare. Poi glielo schiaffai in culo e la riempii di sborra un pó come aveva fatto lui.
Fu lei quel pomeriggio a chiedermi di preparare l’occorrente per il clistere facendomi capire quanto fosse decisa a darsi completamente a lui. Erano giorni che per questo si teneva leggera col cibo tanto che giá al primo clistere l’acqua non era sporca, ma per ogni evenienza volle che gliene facessi un altro perché quella sera ero certo che si sarebbe data a lui vietandogli di mettere alcuna protezione per poterlo sentire venirle dentro.
Non ci fu neanche bisogno di suggerirle come vestirsi, lei era maestra in questo e lasciai che decidesse lei come sorprenderlo al suo arrivo.
Andai ad aspettarlo giú al portone, non ero ancora pronto a dargli il codice del citofono o fargli conoscere il nostro cognome e attesi la sua venuta aspettandolo in strada. Arrivó all’orario puntuale come un fuso con in mano una bottiglia di vino millesimato e un mazzo di fiori per mia moglie. Salimmo in ascensore che ci portó al pianerottolo di casa.
Quando Marta aprí la porta rimasi stupito pure io nel vedere cos’avesse scelto di mettersi per l’occasione: non me lo sarei aspettato.
Aveva indosso una specie di grembiule col quale era solita fare le pulizie di casa, ma vedendo in che modo fosse scoperto il seno e con esso pure le cosce messe in bella vista ne capii il motivo. Era un grembiule allacciato sul davanti da una fila interminabile di bottoni che slacciati come l’aveva non lasciava niente all’immaginazione.
Roberto non appena la porta si aprí rimase a bocca aperta a guardarla, mi porse la bottiglia di spumante e i fiori e l’abbracció per salutarla. Dovetti spingerli via dalla porta per poterla chiudere, non volevo che un qualche vicino ci sentisse e spiasse dallo spioncino.
Minchia! Giá dal momento che si erano visti capii che della cena non gliene fregava assolutamente niente, quelli l’unica cosa di cui avevano bisogno era andare a letto e godersi a vicenda e lo feci accomodare in salotto aspettando Marta che finisse di mettere i fiori in un vaso.
Era innegabile che fosse un bell’uomo. Era in abiti sportivi ma allo stesso tempo elegante da mostrare una nella figura d’uomo e pensai per questo che a Marta non sarebbe potuto capitare di meglio. Come poteva sua moglie lasciare che andasse altrove a cercare piacere, quale donna non vorrebbe avere un marito come lui, bah!
Deposto il vaso coi fiori su un tavolinetto Marta si uní a noi e assieme prendemmo l’aperitivo.
Essendo seduti sul divano e lei di fronte sulla poltrona, ovviamente i nostri occhi erano attratti dalle beltá messe in mostra da lei che ogni qualvolta si piegava in avanti per prendere un salatino pareva che il seno le dovesse uscire da un momento all’altro dalla scollatura del vestito.
Con quest’ultimo tenuto coi bottoni slacciati sulle gambe, queste messe a nudo mostravano la fine delle autoreggenti e la pelle chiara che ne usciva facendo arrapare entrambi. Era maestra nella seduzione e lo si vedeva da come agiva per eccitarci entrambi.
A tavola Roberto ci raccontò di aver ricevuto una telefonata dalla lei della giovane coppia di cui ci aveva parlato dicendo che voleva sapere il perché non volesse piú incontrarli ecc…
Anch’io al posto suo avrei voluto conoscerne il motivo visto che vi
eravate dati appuntamento al parco. Disse Marta interrompendolo. Ma lui con un gesto lasció capire che era meglio abbandonare l’argomento e Marta allora gli chiese se pure con lei aveva fatto sesso protetto.
Non lo farei mai senza! Rispose pronto. Due persone debbono
conoscersi a fondo per poterlo fare a pelle, è troppo il rischio che si correrebbe altrimenti. Questo ovviamente vale per entrambi i partner.
Bene disse allora lei, mi fa piacere che la pensi cosí. La salute è una
sola e non si getta per qualche attimo di piacere.
ATTIMO??? Ma se questo ti chiava per un’ora a fila le volevo dire.
Con te mi sentirei sicuro peró disse lui serio. Sapendo che non hai
avuto altre esperienze se non con me oltre a tuo marito problemi non ne vedo.
Wow fece lei di rimando. Sí è vero, tu sei l’unico ad avermi avuta oltre
a lui disse guardandomi con complicitá e la cosa mi piacque non poco.
L’avevo capito fin da subito che non eravate navigati in queste cose
nonostante non volessi mostrarlo. L’avevo capito dal tremore che hai avuto quando ti ho toccata e lí ho capito che non eravate cosí sgamati come volevate farmi credere e questo mi ha dato una scarica di adrenalina pazzesca oltre al piacere di poter interagire con una bellissima donna come te. E Marta si sciolse, non fossimo stati a tavola le sarebbe saltata addosso.
Tutti non vedevamo l’ora di terminare e bevuto il caffè si spostammo
in salotto. Questa volta peró fui io ad anticiparla e a sedere in poltrona per lasciare che loro due stessero fianco a fianco sul divano con me di fronte a guardare qualsiasi cosa avessero fatto.
Per guardarlo in viso Marta ripiegó una gamba che poggió sul divano mentre l’altra la tenne giú. Cosí messa sapeva di esporre parecchio del suo intimo, ma era proprio per questo che si era messa cosí, voleva farlo andar fuori di testa e ci riuscí.
Quello non fu che il preludio a una serata che di lí a poco li vide attori protagonisti mentre io in poltrona dinnanzi al letto vedevo e godevo di quanto facevano.
Fu lei quella che cedette per prima e vedendo la sua erezione nei pantaloni si alzó, lo prese per mano e lo condusse in camera.
Attesi prima di raggiungerli, volevo che fossero giá alle prese quando fossi arrivato e quando fu il momento entrai e mi sedetti sulla poltrona senza che loro si fossero accorti della mia presenza: era come se io non esistessi.
Con lei a gambe aperte e lui disteso nel mezzo le stava dando piacere con la lingua, cosa molto apprezzata da mia moglie. Solo cosí venne un paio di volte, era incredibile la facilitá con cui lui la facesse godere e pensai che oltre a lui era la trasgressione in sé a portarla a certi livelli. Quando ne ebbe abbastanza Marta lo allontanó e fatto sdraiare gli succhió il cazzo per un breve tempo e poi le salí sopra, afferró il cazzo e posizionatasi sopra, senza sé e senza ma si lasció cadere permettendogli di entrarle dentro.
In quella posizione era lei a gestire quanto cazzo prendere sapendo che lui si sarebbe trattenuto dallo spingere per non farle male: sapeva di averlo troppo lungo per lei. Cosí Marta inizió a godersi la grossa verga tanto anelata con versi soffocati e a muoversi all’unisono con lui che le teneva le chiappe come a non volerla fare scappare.
Dal modo in cui le accarezzava il culo si capiva quanta voglia avesse di farselo, ma sapeva che avrebbe dovuto attendere che fosse lei a decidere quando e intanto si godeva la sua cavallina mentre io riprendevo il tutto da dietro.
Persi il conto delle volte che quella zoccola venne. Era un unico lamento e non capivo piú quando venisse perché era un continuo gemere. Ne fecero di tutti i colori e in piú posizioni fino a quando fu lei a decidere che era giunto il momento. Sdraiata com’era sulla schiena lo fece uscire. Si lubrificó il culo coi suoi umori guardandolo come a dirgli che tra poco avrebbe ricevuto il premio tanto desiderato. Fu un attimo, sollevó le gambe al soffitto e allargate protese il culo verso il cazzo che teneva in mano e che puntó sull’orifizio e non appena lo sentí ben centrato, tenendolo lo accompagnó fino a che lui spingendo non le entró dentro facendola guaire come una cagna in calore e poco dopo inzió l’inculata vera e propria. Era incredibile come una verga come quella le potesse entrare tutta fino alla radice senza che lei ne soffrisse, l’avrebbe spinto in figa come stava facendo col culo l’avrebbe sventrata.
Andarono avanti un pó in quella posizione fino a che lui senza sfilarsi da dentro la sollevó come fosse un peso piuma e la fece mettere a gattoni. Marta adagió il viso sul cuscino e col culo sollevato lo incitó a sfondarla.
Mmh com’he grosso, Dio come lo sento, mi stai sfondando col tuo
cazzo aaah, siii che be eee lloooo.
Che dire, non avevo parole. Sapevo che da quel momento non sarei piú stato in grado di soddisfarla, si sarebbe solo accontentata, ma che potevo farci.
Accecato di voglia prese a incularla di brutto, sembrava volesse sfondarla mentre invece lei godeva come non mai nel sentirsi presa come stava facendo e mugolando godeva di continuo.
Tutto questo peró accelleró in lui la voglia di sborrare, anche lui aveva bisogno infine di svuotarsi e sentendosi prossimo a venire Roberto la sollevó e la rimise con la faccia all’aria, le sollevó le gambe e standole sopra alla missionaria prese a incularla a fondo tanto che il pelo del pube gli si infradició degli umori della vagina che veniva a contatto a ogni colpo le dava tanto glielo spingeva dentro a fondo.
Era incredibile la durata di quell’uomo e non capivo come ci riuscisse visto che non le aveva dato un attimo di respiro.
Ti prego vieni gli disse sentendolo prossimo a venire, non voleva piú
che si trattenesse perché ne aveva avuto troppo e parve come supplicarlo.
Perfino io mi ero stancato di riprenderli e aspettavo solo il momento che lui venisse per riprendere a filmare e finalmente il momento giunse.
Il modo di incularla cambió, le spinte rallentate come se stesse godendosi il contatto e sentire meglio le pareti del culo, stava per sborrare e ripresi a filmare. Prese le cosce che lei teneva aperte e all’aria e tirandola a sé inarcó i reni e prese a grugnire come un maiale e capii che le stava esplodendo dentro.
Sentirlo godere e sentire il suo piacere riversato in lei Marta si toccó e eruppe nell’ennesimo orgasmo cercando di allargare ancora di piú le gambe perché lui godesse a fondo di lei e io ripresi tutto a cazzo duro.
Era stata una cosa incredibile e fu bellissimo riprendere il momento in cui si irrigidí per svuotare il suo piacere dentro lei e Marta sentendosi inondare l’intestino di sborra ebbe un orgasmo travolgente e rimasero attaccati per un pó come fanno due cani alla fine della monta.
Prima che le sfilasse il cazzo dal culo presi dal cassetto dei piccoli asciugamani da bidet e ne piazzai un paio sotto il colo in modo che uscendo il cazzo la sborra non finisse per sporcare le lenzuola: uno lo detti a lui per ripulirsi e far sí che non gocciolasse.
Che slargamento vidi quando le uscí da dentro, sembrava la tana di una talpa e pensai che non sarebbe piú tornato a essere il culo che conoscevo ma mi sbagliai.
Dal foro aperto incominció a colare sborra che andó a fermarsi sugli asciugamani che avevo preventivamente messo sotto il suo culo proprio per quell’evento. Sembrava della lava bianca che fuoriusciva lenta e nel frattempo l’ano prese a tornare com’era prima sorprendendomi: non l’avrei creduto possibile.
Dopo essere andati assieme in bagno a lavarsi ero talmente stanco che andai a stendermi sul divano e dove subito dopo mi addormentai.
Non so se fu un sogno o fossero loro che ripresero a scopare, fatto sta che mentre dormivo mi sembró di sentire i loro versi ma me ne feci una ragione e li lasciai liberi dalla mia presenza: mi avevano stancato.
Da allora ancora oggi Roberto viene regolarmente a cena da noi, il rapporto si è cosí consolidato che il culo di mia moglie oramai gli appartiene, io mi accontento di tanto in tanto di un pompino che mi basta e avanza.
Inoltre le colleghe di mia moglie hanno messo di prenderla in giro. MI ha detto che ha fatto vedere loro delle foto del suo cazzo e quelle non credevano ai propri occhi. Ora che sanno che genere di cazzo ha per le mani hanno smesso di raccontarsi le loro avventure in sua presenza sapendo che non potranno mai competere con lei che oltre all’amante ha pure il marito consenziente, sanno del mio ruolo di cuckold e l’invidiano per questo. Avevano provato a prendermi in giro per questo ma mia moglie mi ha difeso a spada tratta nel caso osassero ancora deridermi.
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