STORY TITLE: L’amico di mio marito 
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STORY

L’amico di mio marito

by Simona
Viewed: 587 times Comments 4 Date: 04-11-2025 Language: Language

Marco, in gioventù, era uno della mia compagnia . A quei tempi il ragazzo più ambito da noi fanciulle: sportivo, bello, simpatico, con quella fossetta sulle guance che, a ogni sorriso, ci faceva innamorare.
Ero troppo giovane, un po’ ingenua; lui aveva qualche anno in più. Non speravo davvero di attirare la sua attenzione. La concorrenza era spietata: sempre circondato da ragazze, una più figa dell’altra.
Poi, come capita spesso, ci perdemmo di vista. Ognuno a correre dietro al proprio destino.
Lo rincontrai a una festa di carnevale, qualche anno dopo. Euforia, eccitazione, fumi dell’alcol. Con un’amica lo corteggiammo tutta la notte. E alla fine, in coppia, gli abbiamo fatto un bel pompino. Uno dei miei primi, credo.
I ricordi sono vaghi, offuscati dal tempo. Ma quel primo fiotto – caldo, improvviso – me lo ricordo ancora. Mi schizzò dritto sulle labbra.
Le nostre strade si sono incrociate di nuovo, per puro caso, qualche anno fa.
Trent’anni dopo: io sposata con Franco, due figli, e la nostra vita libertina – che ormai conoscete bene.
Stavamo uscendo dal centro commerciale. E chi lo saluta come un fratello? Proprio mio marito. Sorpresa totale.
In macchina, verso casa, non ce l’ho fatta a trattenermi: “Ma tu e Marco… da quando vi conoscete così bene? E perché non me l’hai mai detto?”
Franco mi spiegò tutto: si conoscevano dai tempi delle medie, un’amicizia consolidata, senza segreti. Non me ne aveva mai parlato semplicemente perché “non é mai capitata l’occasione”.
Si vedevano ogni settimana in palestra. E dopo sauna e bagno turco, nudi e rilassati, si confidavano le loro vite.
“Quindi Marco sa di noi, e delle nostre trasgressioni?”
Franco glissò, ma era evidente che la loro complicità non aveva limiti e che Marco, pur senza sapere chi fossi perlomeno finora sapeva che la moglie del suo amico era una viziosa.
“Se vuoi, lo invitiamo una sera a cena. Ha appena divorziato, ed un po’ di compagnia gli farà bene”.
“Che tipo di compagnia intendi?”
Il sorriso di mio marito era più eloquente di qualsiasi parola, ed io già sentivo le farfalle nello stomaco e la voglia finalmente di farmi possedere da Marco.
Franco non perse tempo e in viva voce “Ciao Marco, tutto bene? Senti, Simona ed io, avremmo il piacere di invitarti da noi a cena”.
“A cena? A me interessa più il dolce” esclamò Marco sogghignando , già sapendo come sarebbe andata a finire.
L’indomani Marco si presentò con un mazzo di rose rosse, e quel sorriso: “Finalmente riprendiamo il discorso iniziato tanti anni fa. Con la tua amica” mi sussurrò fissandomi dritto negli occhi
Non lo nascondo che quella sera avrei voluto solo lui. Senza Franco tra i piedi.
“Fate come se non ci fossi” disse mio marito già con il telefono in mano a riprenderci.
Avevo sognato questo momento mille volte ed ora ero con lui. Non so dire se ero più eccitata o più innamorata. Probabilmente entrambe.
Con Marco, a differenza di tutti i miei amanti con i quali ho scopato, mi sentivo la sua donna. Ci stavamo amando. Non era una semplice chiavata, come molte altre.
Nudi sul divano, con le lingue a rincorrersi e le mani a scoprire i nostri sessi già eccitati.
Ci sapeva fare. La lingua veloce e saettante e le mani robuste e ferme. Ben sapeva dove metterle, per farmi impazzire
Il suo cazzo, prepotente, nella sua erezione; di dimensioni ben sopra la media e con una cappella ben scolpita. Finalmente mio.
Ancor prima di esser posseduta, mi aveva già fatto venire due volte; con la lingua a stuzzicarmi la vulva ed il clitoride e le dita a stimolarmi lo sfintere. Ero un lago di piacere, e lui ci si abbeverava senza sosta.
A mia volta, lo avevo ricambiato con un sublime pompino. Assaporandone il sapore di maschio eccitato. Senza tralasciare le palle gonfie di piacere. Baciando l’enorme cappella e testando la profondità della mia gola. Il suo continuo sussultare, gratificava il mio impegno nel succhiargli l’uccello.
“Ma te la vuoi scopare?” Intervenne Franco spezzando l’incantesimo dei nostri preliminari interminabili; tra baci appassionati, eccitanti masturbazioni e seducente turpiloquio.
Marco, non se lo fece ripetere e, infilandosi un preservativo, mi prese in tutte le possibili posizioni. Il suo cazzo, turgido e duro come il marmo, mi rovistò nelle più profonde intimità.
Svestendo l’aura di amante innamorato, si dimostrò essere pure un valido stallone da monta. Quello che fa impazzire noi donne. Che ti prende, ti fissa negli occhi e ti scopa forte, fino a toglierti il respiro. Per poi girarti , e riprende a martellarti facendo sbattere le palle sulle tue natiche.
Marco mi stava dominando; ero piena del suo uccello. La sua lingua mi scopava in bocca e con le dita mi violava il forellino del mio culo.
Il divano fradicio dei miei umori che, colando tra le cosce, lubrificavano il suo stantuffo che ad ogni colpo penetrava sempre più dentro di me.
“Voglio il tuo culo” mi sussurrò girandomi e strusciando la cappella tra le mie chiappe. Senza bisogno di consenso, si fece strada nel mio orifizio, travolto senza opporre la minima resistenza. Tenendomi per i fianchi, il suo cazzo mi apri il culo, con colpi decisi e profondi.
Ad occhi chiusi, mi stavo godendo questa cavalcata anale, ed il mio piacere stava raggiungendo l’ennesimo traguardo.
Pure Marco, resistente come pochi, dovette pagare dazio nel volermi chiavare il mio stretto pertugio, ed il suo ansimare, con l’aumento della forza dei colpi che mi stava assestando, fu premonitore del suo vicino orgasmo.
Volevo dissetarmi con il suo piacere. Lo disarcionai, gli sfilai il profilattico e mi feci scopare in gola.
La sua cappella turgida e paonazza, stava per esplodere. Le mie labbra lo avvolgevano in un caldo e soffice pompino. La mia mano lo masturbava ritmicamente.
Marco si irrigidì. Il suo uccello pulsava tra le mia labbra. Trattenendo il respiro, si afferrò le palle con una mano e, con un rantolo taurino, mi sborrò tutto il suo piacere in bocca.
Il suo orgasmo fu impressionante. Ad ogni spasmo della sua verga, seguiva un fiotto di sperma schizzato a decine di centimetri. Un pozzo senza fondo. Che meraviglia.
Con la faccia ricoperta del suo seme, gli ripulì l’uccello, gustandomi ogni goccia del suo prezioso nettare. Delizioso.
La felicità. La si leggeva nel mio sorriso soddisfatto e anche Marco, pur visibilmente esausto da questa estenuante scopata, era appagato.
E Franco? Seduto nel suo angolo, con l’uccello in mano a segarsi. Da perfetto marito, si era goduto lo spettacolo del nostro eccitante amplesso.

POSTED 4 COMMENTS:
  • avatar 70anni Poteva essere davvero un bel racconto. Peccato sia stato rovinato da quel preservativo.

    08-11-2025 09:44:45

  • avatar pierre14 Bel racconto da vera troia!!

    06-11-2025 16:35:27

  • avatar lukros791 sempre fantastica questa coppia!

    05-11-2025 10:46:43

  • avatar Gio Sei Straordinaria.Ti fai leccare, scopare in figa in culo e in bocca per gustarti lo sperma.Il racconto è Eccitante e Stuzzichevole.È scontato dirtelo ma ti vorrei fottore e farti godere fino allo Spasmo.Ciao

    05-11-2025 10:23:51