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STORY

Fotoamatore

by Stringiloaduemani
Viewed: 354 times Comments 3 Date: 10-10-2025 Language: Language

L'appuntamento era fissato a casa loro, un pomeriggio tranquillo e soleggiato che prometteva un'intimità avvolgente. Suonai il campanello con un misto di eccitazione professionale e personale, e la porta si aprì rivelando la moglie, una donna attraente sui trent'anni, con un corpo sinuoso che emanava un'aura di sensualità repressa. I suoi capelli castani le ricadevano morbidi sulle spalle, e i suoi occhi verdi brillavano di un timido ma eccitato sorriso mentre mi accoglieva. 'Benvenuto,' disse con voce morbida, facendomi entrare nel loro appartamento accogliente, arredato con tocchi moderni e un'atmosfera calda. Suo marito, un uomo alto e atletico con un'espressione che mescolava curiosità intrigata e una punta di gelosia possessiva, ci osservava da lontano, seduto sul divano del soggiorno con le braccia incrociate, ma i suoi occhi non si staccavano da noi. Lei mi prese per mano, le sue dita calde e leggermente umide che stringevano le mie, e mi guidò lungo il corridoio verso la camera da letto principale. La stanza era illuminata da una luce naturale filtrata dalle tende semichiuse, con un grande letto kingsize coperto da lenzuola bianche immacolate e un armadio aperto che rivelava una collezione di lingerie invitante. 'Iniziamo con la scelta dei vestitini,' propose, il rossore che le saliva alle guance mentre chiudeva la porta dietro di noi, lasciando il marito fuori ma consapevole di tutto.

Iniziai aiutandola a svestirsi con movimenti lenti e deliberati, per costruire la tensione. Le mie dita sfiorarono i bottoni della sua camicetta di seta bianca, slacciandoli uno a uno, rivelando piano piano la pelle liscia del suo décolleté. Sotto, un reggiseno di pizzo semplice accarezzava i suoi seni pieni e sodi, i capezzoli che già si indurivano visibilmente contro il tessuto. Sentivo il calore della sua pelle sotto le mie dita, un tepore che mi faceva accelerare il battito, e il suo respiro si fece più pesante, affannoso, mentre mi guardava con occhi velati di desiderio. La camicetta scivolò dalle sue spalle, cadendo sul pavimento, e lei rimase lì, mezza nuda, le curve del suo ventre piatto e i fianchi larghi esposti all'aria fresca della stanza. 'Posso?' mi chiese con voce tremante, indicando i miei pantaloni con uno sguardo implorante. 'Mi sentirei meno in imbarazzo se... se fossimo alla pari.'
Annuivo con un sorriso complice, il mio cazzo che già cominciava a pulsare nei boxer sotto i jeans. Lei si avvicinò, il suo seno che sfregava leggermente contro il mio petto, e le sue mani tremarono mentre slacciava la mia cintura con dita inesperte ma determinate. Il metallo della fibbia tintinnò piano, e lei tirò giù la zip, facendomi abbassare i pantaloni fino alle caviglie. Il mio cazzo, ancora morbido ma spesso e venoso, balzò fuori libero dai boxer, penzolando pesante tra le mie gambe. Lei lo sfiorò con la punta delle dita, tracciando le vene sporgenti lungo l'asta, sentendo la sua potenza latente che si gonfiava al suo tocco. 'È così grosso,' sussurrò impressionata, la voce un filo di seta, e mentre si rialzava lentamente, sfregò la guancia morbida contro di esso, la pelle liscia che accarezzava la cappella sensibile, facendomi indurire all'istante. Poi, con un gesto audace, lo sfiorò con il braccio nudo, premendo l'interno del gomito contro l'asta che si irrigidiva, un contatto elettrico che mi fece gemere basso.

La aiutai a scegliere l'intimo, frugando tra i cassetti con lei al mio fianco, nuda tranne per le mutandine di cotone che le aderivano alla fica umida. Provammo vari completini: un babydoll rosso che le accarezzava le cosce, ma optammo alla fine per un set di pizzo nero trasparente che metteva in risalto ogni curva del suo corpo. Il reggiseno a balconcino sollevava i suoi seni, lasciando intravedere i capezzoli rosa attraverso il pizzo, mentre le mutandine minuscole si tendevano sul suo monte di Venere rasato, una macchia umida che tradiva la sua eccitazione. Mentre provavamo gli abiti, il mio cazzo – ora semieretto e pulsante – la sfiorava di continuo: contro la sua coscia quando le sistemavo la spallina, contro il suo culo sodo quando le allacciavo il gancetto dietro la schiena. Ogni contatto era una scarica di desiderio, i nostri respiri che si sincronizzavano, i corpi che si sfioravano in un danza erotica involontaria che ci eccitava entrambi. Lei arrossiva, ma i suoi occhi non si staccavano dal mio membro che cresceva, venoso e pronto.

Una volta pronta, con il completino nero che la faceva sembrare una dea del peccato, le proposi un massaggio con oli profumati per far risaltare la sua bellezza nelle foto. 'Sdraiati sul letto,' le dissi, versando l'olio tiepido – al gelsomino, con un aroma inebriante – sulle mie mani. Lei obbedì, stendendosi prona, il culo inarcato invitante. Le mie dita scivolarono su di lei, massaggiando ogni centimetro del suo corpo: dalle spalle tese, sciogliendo i nodi con pressioni ferme, giù lungo la schiena arcuata, fino ai fianchi larghi. Il mio cazzo, duro come roccia ora, sbatteva ovunque: contro la sua coscia mentre le massaggiavo le gambe, lasciando una scia sulla sua pelle oliata; contro il suo fianco quando le girai per farla sdraiare supina. Aumentava la tensione, il suo respiro che si trasformava in gemiti sommessi mentre le mie mani sfregavano i seni, pizzicando i capezzoli turgidi fino a farli diventare duri come perle. Le dita scesero sul ventre, sfiorando l'orlo delle mutandine, e lei inarcò i fianchi, implorando tacitamente di più.

Con le luci soffuse – avevo regolato le tende per un'illuminazione intima e calda – e l'atmosfera carica di tensione sessuale, iniziai a scattare le prime foto con la mia macchina professionale. La posai in modo sensuale: seduta sul letto con le gambe accavallate, le mani che accarezzavano i propri seni; sdraiata di lato, il culo in evidenza; in ginocchio, la bocca socchiusa in un invito. Catturavo ogni dettaglio del suo corpo: le curve morbide dei fianchi, la peluria fine sull'addome, ogni espressione di desiderio che le attraversava il viso – occhi socchiusi, labbra mordicchiate. In alcune foto, il mio cazzo, ora completamente eretto, venoso e gonfio con la cappella rossa e lucida, era in primo piano: sfioravo il suo viso con l'asta, tracciando la linea della guancia; lo stringevo tra le sue mani tremanti, le dita che lo avvolgevano incapaci di chiuderlo del tutto. Mi chinai su di lei, leccandole i capezzoli con la lingua calda e bagnata, facendoli diventare turgidi e sensibili, il suo corpo che si inarcava in risposta al mio tocco, un gemito che le sfuggiva mentre la macchina scattava.

Il marito, che aveva aperto una fessura nella porta per osservare, fece irruzione con voce roca: 'Voglio un video in slow motion. Qualcosa di... intenso.' Eccitato dalla scena, i suoi occhi fissi su di noi. Lei mi passò il suo telefono con mani ansiose, e io la inquadrai, posizionandomi davanti a lei in ginocchio sul letto. Avviai la registrazione, e via: infliggi quattro o cinque colpi lenti e deliberati, il mio cazzo duro che sbatteva contro il suo viso con tonfi umidi. Catturavo ogni dettaglio – la cappella che premeva contro la sua guancia; l'asta venosa che sfregava le sue labbra gonfie; le sue espressioni di piacere, occhi chiusi in estasi, un sorriso malizioso. Il video era bollente, il mio cazzo ormai durissimo, pulsante di desiderio. La sua bocca si aprì leggermente, la lingua rosa che spuntava, pronta a ricevermi, ma per ora ci limitammo a questa tortura visiva. Lei, audace, protese la lingua per sfiorarmi le palle, leccandole piano, un contatto bagnato che mi fece gemere e irrigidire ulteriormente.

Il marito, visibilmente eccitato con il rigonfiamento nei pantaloni, si avvicinò alla porta aperta e disse con voce carica di desiderio: 'Scopale la bocca. Voglio vederla prenderlo tutto.' Il suo tono era un misto di comando e supplica, la gelosia trasformata in voyeurismo ardente. Mi avvicinai a lei, che era già in ginocchio sul letto, i seni che ondeggiavano nel pizzo nero, e le afferrai i capelli setosi, tirandoli leggermente per inclinarle la testa. Spinsi il mio cazzo tra le sue labbra morbide e calde, e lei mi accolse con un gemito profondo, la lingua che danzava attorno all'asta, leccando la parte inferiore venosa mentre lo prendeva in bocca. La sensazione era travolgente: il calore umido della sua bocca che avvolgeva la cappella, la suzione delicata che mi faceva pulsare. Non riusciva a prenderlo tutto – la gola si contraeva dopo qualche centimetro – ma continuò a provarci, gli occhi lacrimosi che mi guardavano imploranti. Il marito la incoraggiava dalla soglia: 'Dai, amore, ingoialo più a fondo. Sii la mia troia per lui.'

Continuai a scoparle la bocca con ritmo crescente, le anche che spingevano avanti e indietro, il cazzo che entrava e usciva dalle sue labbra tese, saliva che colava abbondante sul mento e gocciolava sui seni. Le mie palle sbattevano contro il suo mento ad ogni affondo profondo, il suono bagnato che echeggiava nella stanza. Lei godeva visibilmente, i gemiti soffocati dal mio membro che vibravano lungo l'asta, le mani che stringevano le mie cosce muscolose, le unghie che affondavano nella pelle. Il suo corpo tremava, la fica che probabilmente colava nelle mutandine, e io sentivo il piacere montare, un calore che si irradiava dalle palle.

Mi fermai un momento, tirando fuori il cazzo dalla sua bocca con un pop umido, l'asta lucida di saliva che pulsava davanti al suo viso arrossato. 'Posso succhiarti le palle?' mi chiese con voce roca, gli occhi pieni di lussuria pura, le labbra gonfie e bagnate. Annuii, il respiro affannoso, e lei si avvicinò avida, prendendo le mie palle pesanti in bocca una alla volta. Le leccò con la lingua larga e bagnata, succhiandole con avidità, la bocca che si riempiva del loro sapore salato mentre mugolava di piacere. Contemporaneamente, entrambe le mani scorrevano sulla mia asta eretta, stringendola forte e strizzandola dalla base alla cappella, come se la mungesse con ardore, estraendo gocce di che colavano sulle sue dita. La sensazione era intensa, le palle che si contraevano nella sua bocca calda, e io gemetti forte, afferrandole la testa per tenerla lì. Il marito scattò una foto con il telefono – 'Questa è perfetta' – catturando il momento: lei con le guance gonfie intorno alle mie palle, le mani che pompavano il cazzo, espressione di pura dedizione erotica.

Lei sorrise, tirandosi indietro con un ultimo leccata, e mi chiese di vederle. Mostrai gli scatti dalla mia macchina, passando lo schermo: closeup del suo viso schiaffeggiato dal mio cazzo, la bocca piena durante il pompino, le palle succhiate con dettaglio grafico. Il marito guardò rapito, il suo cazzo visibile nei pantaloni tesi, e mi chiese l'SD card con tutti gli scatti. 'Voglio rivederle stasera,' disse, la voce tremante. Lei, ancora inginocchiata, continuò a toccarmi, una mano che accarezzava piano l'asta umida, le dita che sfregavano la cappella sensibile, prolungando il piacere mentre esaminavamo le foto.

Conclusi il servizio consegnando loro le foto postprodotte su una chiavetta USB, assicurandomi che fossero soddisfatti del risultato – ogni immagine un capolavoro di erotismo crudo, con lei al centro, il mio cazzo protagonista in molte. La moglie, con un sorriso complice e le guance ancora arrossate, mi ringraziò stringendomi la mano, ma il suo tocco era intimo, le dita che sfioravano il mio polso. 'Ci rivedremo presto,' promise, gli occhi che promettevano di più. Suo marito, con un misto di gratitudine e desiderio represso, mi strinse la mano forte, sapendo che questa era solo l'inizio di un viaggio di scoperta e piacere condiviso, dove i confini tra gelosia e eccitazione si dissolvevano in un turbine di lussuria.

POSTED 3 COMMENTS:
  • avatar Stringiloaduemani Chi mi invita per degli scatti sexy?

    13-10-2025 11:14:39

  • avatar maresole44 ...e poi..................

    11-10-2025 13:34:46

  • avatar Cardinale ben scritto e...dovrebbe essere sempre cosi!

    11-10-2025 08:39:54