ИСТОРИЯ НАЗВАНИЕ: Il codice di Elena 
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ИСТОРИЯ

Il codice di Elena

by ElenaParide
Посмотрели: 110 раз Комментарии 1 Date: 03-12-2025 Язык:Language


Il letto era un caos di lenzuola stropicciate, un tempio improvvisato dove la devozione e il desiderio si incontravano. La luce, fioca e soffusa, disegnava chiaroscuri intensi, trasformando la scena in un'antica scultura.
Lui era in ginocchio, la testa sollevata in un atto di pura, incondizionata adorazione. Gli occhi chiusi, il respiro caldo e affannoso. Non c'era nulla nella sua espressione se non un'estasi totale, la resa completa a un piacere che superava il comune senso del tatto. Per lui, il tocco di lei era un rito, una benedizione.
Lei era in alto, una dea sull'altare di morbidi cuscini. Il suo viso era incorniciato da capelli mossi, gli occhi socchiusi in un momento di intensa, quasi dolorosa, sorpresa. Le labbra erano dischiuse in un ansimo silenzioso, un misto di meraviglia e dominazione. Era la padrona del momento, in controllo non solo del suo corpo, ma della sua intera esperienza.
Con una grazia quasi regale, aveva sollevato la gamba, piegando il ginocchio con precisione millimetrica. E poi, aveva offerto il suo piede, nudo e perfetto, direttamente alla sua bocca.
Lui aveva accolto il dono con una reverenza che andava oltre il fisico. La pianta del suo piede, morbida e incredibilmente sensibile, era ora sulla sua lingua. Chiudeva gli occhi per concentrare ogni sensazione, ogni nervo teso, su quel sapore, quella consistenza. Sentiva il battito accelerato di lei, percepiva la pelle fresca e profumata contro il calore umido della sua bocca.
Il tocco era un ponte tra la loro intensità. Le sue dita forti afferrarono la caviglia di lei, un gesto di possesso e supporto. Lei, a sua volta, afferrò le dita del suo piede, quasi a guidarlo nel suo piacere.
“Dimmi cosa provi,” sussurrò lei, la voce tesa e rotta dall'emozione. Non era una domanda, era un'affermazione della sua superiorità, un desiderio di sentirlo capitolare completamente.
Lui non poteva parlare. Poteva solo esprimersi in un modo. Intensificò il tocco, la lingua che si muoveva con una lentezza tortuosa, un atto di devozione totale.
Lei si inarcò, l'ansimo si trasformò in un gemito spezzato. Il piacere non era più solo fisico; era il trionfo di essere così desiderata, così adorata.
In quel momento, nel silenzio della stanza e nel caos delle lenzuola, erano due anime legate da un atto di suprema intimità, un gioco in cui la sottomissione era il potere più grande, e l'adorazione era la ricompensa finale. Il calice di Venere era stato offerto, e il devoto aveva bevuto fino all'ultima goccia.

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  • avatar Teo1963 Superlativo!

    03-12-2025 21:30:08