STORY TITLE: IL GIOCO DEL DOTTORE - Prima volta 
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STORY

IL GIOCO DEL DOTTORE - Prima volta

by fotografo3512019
Viewed: 501 times Comments 4 Date: 23-12-2025 Language: Language

Il gioco del dottore
sono sempre piu' porcello :) e piano piano riesco a realizzare le me fantasie piu porche; sarà che ho compiuto 50 anni, sarà che sono sempre piu attratto dalla bella perversione, ma ho fatto anche questa che era una delle mie fantasie da anni.

Il gioco del dottore per me è sempre stato questo:
un equilibrio sottile tra autorità e abbandono, tra chi osserva e chi si lascia osservare, tra il pudore che resiste e il desiderio che lo scavalca lentamente, ci giocavo regolarmente con una cugina all'età di 8 anni ma con Paola è stato diverso , perchè li c'era Marco... e li il gioco si fa perverso, nel senso buono, quello che piace a me.
Conosciuti in rete per il giro in barca nelle 5 terre, dopo un po' di scambi decidemmo di non aspettare il prossimo anno perchè dopo 5 anni di matrimonio si erano decisi ad un piccolo gioco, Telegram ha fatto il resto ....l'eccitazione non nasceva solo dalle immagini, ma dall’attesa.

Marco da un paio d'anni era quello che spingeva, che cercava, che non aveva paura di dire cosa voleva vedere accadere. Paola no. Paola stava un passo indietro — si eccitava anche lei nei racconti , nella possibilita' di un terzo, ma non nella realtà.
C'era pero' una cosa a cui era sempre stata abituata, sapeva di piacere agli uomini, il grosso seno da sempre attirava attenzioni e nel tempo aveva anche saputo goderne mettendolo per esempio in mostra in spiaggia, prima sotto le insistenze di marco , poi per un suo piacere...era stata questa consapevolezza o forma di esibizionismo a rendere possibile il gioco.

Il seno era già stato visto da sconosciuti, così come il resto del corpo, visto anche la collezione di micro costumi che Marco continuava a comprarle. Ma era sempre accaduto in contesti neutri: spiagge, saune, luoghi dove l’esposizione non implicava davvero uno sguardo porcello.
Nessuno, pero' fino ad allora, aveva osservato quei dettagli da vicino. Nessuno aveva mai dimostrato di guardare davvero, né tantomeno di toccare quel corpo con l’unico scopo di ammirarne la bellezza esplicita, dichiaratamente sessuale. Per questo decidemmo il gioco del dottore.
L’accordo era stato chiaro, quasi clinico.

Io sarei stato il dottore.
Lei la paziente.

Marco avrebbe assistito. Presente, ma non protagonista.
Una mattina feriale, in Alta Toscana, verso le dieci e mezza, mi piace il giorno perchè sembra innocuo e rende tutto più eccitante.
la Vicina non sa che non sei il dottore :)
Quando arrivai, l’atmosfera era già carica.
Non di gesti, ma di silenzi. Di sguardi che si fermavano un secondo in più del necessario. Di quella tensione sottile che nasce quando tutti sanno cosa sta per accadere, ma nessuno ha ancora dato il permesso al corpo di reagire.
Io ero lì per visitare.
Paola era lì per farsi visitare.
si stava realizzando una loro fantasia , ma anche la mia, perchè mi è sempre piaciuto più organizzare situazioni che quasi consumare, creare una situazione, osservarla nascere, sentire l’elettricità che cresce prima ancora che accada qualcosa.
Poi mi è sempre piaciuto avere il controllo, e si ha solo dalle donne che te lo permettono.
Sarà deformazione professionale ma da fotografo ho imparato anche che il desiderio spesso sta nello sguardo, non nel gesto.
Vedere, assistere, ammirare.

Quindi quella mattina entrai in casa loro con una calma studiata.
Marco mi venne incontro subito, con un sorriso che era insieme cordiale e teso.

— Buongiorno, dottore.

— Buongiorno — risposi io, lasciando che la voce restasse neutra, professionale.

Mi offrì un caffè prima di iniziare la visita. Accettai.
La cucina era moderna, ordinata, quasi troppo. Un appartamento pensato per essere mostrato, non vissuto.
Notai subito le tapparelle abbassate. Non tutte. Quel tanto che bastava per far entrare una luce morbida, discreta, ma anche per non far vedere da fuori quello che stava accadendo .
Complicità e prudenza insieme.
Bevemmo il caffè in piedi. Marco parlava dei “sintomi” di Paola con una precisione che tradiva altro: voleva capire chi fossi, come mi muovevo, se poteva fidarsi.
Le chat non bastano mai in questo mondo e capisco benissimo, la maggior parte degli uomini che sono in questo ambiente rasentano la bestia ingrifata. Non che non ci sia posto per loro, ma non vanno bene per organizzare situazioni celebrali complesse.

Quando mi accompagnò verso la camera, lo fece senza fretta.
Paola era già a letto. Immobile. In attesa.
Marco si sedette su una poltrona accanto, scegliendo una posizione da cui poteva vedere tutto senza intervenire.
Io avvicinai una sedia al letto. Era il posto giusto. Né troppo vicino, né distante.
Cominciai con le domande. Dirette. Essenziali.
Dove sentiva fastidio. Da quanto tempo. Come reagiva il corpo.
Il resto venne da sé.
In certe visite il corpo non è solo qualcosa da esaminare.
È qualcosa da osservare.
E io avevo davanti una forma che non conoscevo , ma che mi attirava molto. Non per chi fosse lei ma per quello che mostrava, per come si lasciava guardare, per la situazione che avevamo creato.
Marco restava in silenzio. Presente. Vigile. Molto molto eccitato.
La visita si trasformò gradualmente in qualcosa di più ampio, più intimo, senza che ci fosse un vero confine.
la vestaglia doveva essere tolta cosi come l'intimo e tutto avvenne senza nessuna esitazione, davanti ad un dottore bisogna fare quello che va fatto, cosi ho eseguito la mia visita completa prima visiva poi con il tatto per verificare il piu' possibile le zone da trattare. Da fotografo ho una passione smisurata per il seno , per i capezzoli e quelli di Paola erano ancora acerbi , perfetti su quelle due grosse cupole cosi gli dedicai parecchio tempo. Poi visto che il dolore era localizzato abbiamo usato un suo strumento, prima ho chiesto di mostrarmi come lo utilizzava di solito, poi ho fatto vedere l'uso da dottore.

A un certo punto, per “documentare”, con la macchina fotografica di marco scattai poche immagini. Essenziali.
Non per registrare, ma per fissare dei bellissimi particolari
Marco mi aiutava, indicando angoli, dettagli. La sua presenza rafforzava tutto. durante la visita aveva detto solo un paio di frasi, mi ricordo ''fai vedere bene al dottore ....''
la visita duro' una quarantina di minuti, quando terminò, nessuno parlò subito. Paola stava molto meglio, Marco estasiato . io anche . molta tensione nell’aria, per la prima volta da sposati, il corpo di Paola era stato non solo mostrato ma usato, per massaggi, carezze e giochi da uno sconosciuto.

Raccolsi le mie cose con calma.
Marco mi accompagnò alla porta.
Paola non è mai scesa dal letto.

Arrivederci dottore, tante grazie, vediamo come va
se ci fosse bisogno di un' altra visita non esitate a chiamarmi

POSTED 4 COMMENTS:
  • avatar mariatroia72 Anche io da ragazza ho giocato al dottore, ma io ero la paziente 25enne, lui il dottore 45enne.mi misuro prima la temperatura mettendomi il suo termometro in bocca, poi mi fece una lunga e accurata colonscopia ed infine mi diede il suo sciroppo miracoloso, Bianco denso.

    24-12-2025 16:17:37

  • avatar Zag Complimenti, un racconto scritto bene e molto intrigante

    24-12-2025 13:26:23

  • avatar giovanni311 Dal dottore vero é ancora meglio 😉😉

    24-12-2025 11:58:52

  • avatar pierre14 Celebralmente bello purtroppo con pochi dettagli!

    24-12-2025 02:00:12