STORY TITLE: gola profonda 
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STORY

gola profonda

by Stringiloaduemani
Viewed: 293 times Comments 0 Date: 13-10-2025 Language: Language

Era una mattina come tante altre, ma per noi era speciale, carica di un'eccitazione palpabile che aleggiava nell'aria come un profumo inebriante. Il sole filtrava attraverso le tende sottili, tingendo la stanza di una luce dorata e calda che accarezzava ogni superficie. Il letto era un caos invitante di lenzuola sgualcite e cuscini sparsi, testimonianza di notti precedenti passate in estasi. Lei, la mia compagna di giochi devota e sottomessa, era già sveglia e pronta, sdraiata supina con le gambe leggermente divaricate, indossando nient'altro che un sorriso malizioso e un collarino di pelle nera, morbido contro la sua pelle chiara, con un guinzaglio argentato che pendeva invitante dal bordo del letto. I suoi occhi, grandi e luminosi, brillavano di un'anticipazione febbrile mentre mi guardava, le labbra socchiuse in un invito silenzioso.

Oggi è il giorno, vero?

mi chiese con voce tremante di desiderio, la mano che sfiorava il collarino, facendolo tintinnare leggermente.

Voglio essere la tua brava ragazza, quella che ti prende tutto.

Le sue parole mi colpirono come una scarica elettrica, e sentii il mio cazzo irrigidirsi istantaneamente nei pantaloni, pulsando contro il tessuto teso. Mi avvicinai al letto, il cuore che batteva forte, e afferrai il guinzaglio con una presa ferma ma gentile, tirandolo appena per farle inclinare la testa verso di me.

Sì, dobbiamo allenarti a prenderlo tutto,

risposi con voce bassa e autoritaria, godendomi il modo in cui i suoi occhi si abbassavano sottomessi, le guance che si arrossavano.

Sarai la mia puttanella perfetta, che ingoia ogni centimetro del mio cazzone duro.

Lei si morse il labbro inferiore, un gemito sommesso sfuggendole dalle labbra, e il suo corpo si contorse leggermente sul letto, i capezzoli che si indurivano visibilmente nell'aria fresca del mattino.
Lei si alzò con grazia felina, le curve del suo corpo illuminate dalla luce solare che delineava i suoi fianchi larghi e il seno pieno che ondeggiava piano. Si avvicinò a me, i piedi nudi che sfioravano il pavimento di legno, e prese dal comodino uno dei nostri giocattoli preferiti: uno stimolatore interno vaginale, un vibratore curvo e liscio progettato per premere contro il suo punto G con precisione malvagia.

Voglio che comandi il mio godimento mentre lo sento dentro di me,

sussurrò, la voce roca di eccitazione, mentre lo accendeva con un clic. Il ronzio basso riempì la stanza, e lei lo posizionò lentamente tra le sue gambe, spingendolo dentro la sua fica già umida e gonfia. Vidi le sue labbra intime aprirsi per accoglierlo, il lubrificante naturale che colava lungo l'interno delle cosce mentre lo inseriva fino in fondo, un sospiro profondo che le sfuggiva mentre il suo clitoride pulsava esposto.

Sei proprio una monella così,

la incoraggiai, la voce carica di approvazione mentre osservavo il suo viso contorcersi in un'espressione di puro piacere. Le sue palpebre si chiusero a metà, le guance arrossate, e un piccolo gemito le vibrò in gola mentre il vibratore cominciava a pulsare dentro di lei, stimolando le pareti sensibili della sua fica. Mi inginocchiai sul letto accanto a lei, il guinzaglio stretto in mano, e aumentai l'intensità con il telecomando, facendola sobbalzare.

Ora, sei pronta per il vero allenamento?

Le mie parole erano un comando, e lei annuì con fervore, gli occhi fissi sul rigonfiamento nei miei jeans.
Mi avvicinai a lei, il mio cazzo duro che premeva insistentemente contro il tessuto, e diedi una leggera tensione al guinzaglio, tirandola verso di me. La sua faccia premeva contro i miei jeans, il calore del suo respiro che filtrava attraverso, facendomi pulsare di desiderio. Lei annuì di nuovo, la saliva che già le imperlava le labbra, un filo lucido che colava dal suo sorriso eccitato.

Sì, sono pronta per il tuo cazzone,

mormorò, la voce piena di fame, le mani che tremavano mentre sfioravano la cintura.
Piano piano, con movimenti deliberati per prolungare l'anticipazione, sbottonai i pantaloni, il suono della zip che echeggiava nella stanza silenziosa. Lo presi in mano, il mio cazzo spesso e venoso che balzava fuori libero, la cappella gonfia e rossa che sfiorava la sua guancia morbida. Lo feci sbattere sulla sua faccia con un tonfo umido, lasciando una scia di preeiaculazione sulla sua pelle, e lei rise piano, un suono malizioso e sottomesso.

Oh, padrone, è così grosso,

gemette, le labbra che si aprivano istintivamente.
Lei si avvicinò di più, le labbra già umide e gonfie di desiderio, e iniziò lentamente, prendendo solo la punta del mio cazzo in bocca. La sua lingua calda e bagnata avvolse la cappella, leccandola con avidità.

Sono proprio una sbadata,

disse tra un risucchio e l'altro, amando avvolgerlo di saliva abbondante, facendolo luccicare mentre lo risucchiava piano, le guance che si incavavano per la suzione. La sensazione era elettrica: il calore della sua bocca, la pressione della lingua che girava intorno alla fessura sensibile, mi faceva gemere basso, le dita che stringevano il guinzaglio.
Ma io la incoraggiai a prendere di più, la voce ferma.

Di più, brava. Ingoialo fino in gola, mostra quanto sei affamata del mio cazzo.

Lei obbedì con entusiasmo, le labbra che si tendevano intorno all'asta spessa mentre lo prendeva più a fondo, centimetro dopo centimetro. La saliva colava abbondantemente dai lati della sua bocca, gocciolando sul mento e sul collo, bagnando il collarino. La vista era incredibilmente erotica: i suoi occhi lacrimosi che mi guardavano dal basso, imploranti approvazione, mentre la gola si contraeva intorno alla mia cappella. Sentivo il piacere crescere in me, un calore che si irradiava dal basso ventre, le palle che si contraevano leggermente.
Mentre cercava di prenderlo tutto, si divertì a giocare con le mie palle, una mano che le accarezzava delicatamente, rotolandole tra le dita, tirandole piano per intensificare la sensazione.

Brava così,

la lodai, e lei mugolò intorno al mio cazzo, le vibrazioni che mi facevano rabbrividire. Poi le chiesi una matita per occhi dal cassetto, una matita rosso vivo che lei prese con mani tremanti.

Traccia segni sulla mia asta per monitorare i progressi,

ordinai, e lei obbedì, tirando fuori il cazzo dalla bocca disegnando strisce rosse che segnavano quanto era riuscita a ingoiare.

Così, brava,

la lodai mentre riprendeva, la bocca che scivolava su e giù con rinnovata determinazione, i segni rossi che sparivano uno dopo l'altro sotto la saliva.

Ora, masturbati mentre lo fai. Fammi vedere la tua fica bagnata che si contrae.

Intanto, aumentai al massimo lo stimolatore con il telecomando, il ronzio che si intensificava, facendola gemere forte intorno al mio cazzo. Lei obbedì immediatamente, una mano che scivolava tra le sue gambe, le dita che sfregavano il clitoride gonfio mentre l'altra lavorava sulle mie palle, stringendole piano, e la bocca si riempiva completamente, arrivando a dei piccoli spasmi di gola profonda, con la sua saliva che colava.
I gemiti di piacere riempivano la stanza, creando un'atmosfera di desiderio intenso e primordiale. Il suo corpo tremava, la fica che schizzava umidità sul letto mentre si masturbava furiosamente, le dita che affondavano dentro di sé accanto al vibratore ruggente.

Più forte, più veloce,

la incoraggiai, la mia voce un ringhio mentre sentivo l'orgasmo avvicinarsi, le anche che spingevano istintivamente nella sua bocca.

Fammi vedere quanto lo vuoi.


Lei aumentò il ritmo, la testa faceva su e giù con foga, prendendomi sempre più a fondo, la gola che si contraeva spasmodicamente intorno all'asta. Sbavava senza ritegno, la saliva che colava in rivoli sul mio cazzo e sulle sue tette, i capezzoli duri che sfregavano contro le mie cosce. La vista del suo piacere – il viso arrossato, gli occhi velati di lacrime di sforzo e godimento, la mano che pompava la sua fica fradicia – mi portò al limite. Il suo clitoride pulsava visibile sotto le dita, il vibratore che la faceva contorcere in preda a un orgasmo imminente.

Sto per venire,

annunciai con un grugnito, le dita che stringevano il guinzaglio tirandola più vicino. Lei continuò imperterrita, prendendo tutto fino all'ultima goccia quando esplosi nella sua bocca, fiotti caldi di sperma che le riempivano la gola, facendola ingoiare avidamente, un po' che colava dagli angoli delle labbra. Gemette forte, il suo corpo che si inarcava mentre l'orgasmo la travolgeva, la fica che si contraeva intorno al vibratore, schizzando umori sul letto in un fiotto bagnato.
Ma l'allenamento non era finito. Ansimante, con il mio cazzo ancora semiduro che le sfiorava le labbra, lei si girò e si mise sdraiata con il collo penzolante fuori dal letto, la testa all'indietro in una posizione di totale sottomissione.

Ancora! Ti ho preso un gadget...

disse con voce roca, gli occhi che brillavano di malizia mentre frugava nel cassetto. Tirò fuori un cock ring, un anello di silicone spesso e rigido, progettato per gonfiare il cazzo e mantenerlo eretto oltre i limiti normali.

Per farti superare i 14 cm di circonferenza. Era pronta per accogliermi completamente.


Con mani tremanti di eccitazione residua, me lo infilò alla base dell'asta, stringendolo stretto intorno alle palle, il materiale che mi comprimeva piacevolmente, facendo gonfiare il mio cazzo di nuovo a dimensioni mostruose. La cappella si arrossò, venosa e pulsante, e lei lo guardò con fame, leccandosi le labbra.

Prendilo tutto ora,

ordinai, posizionandomi tra le sue gambe spalancate, il guinzaglio teso per tenerla ferma.
La penetrai lentamente, centimetro dopo centimetro, la sua fica stretta e bagnata che si apriva intorno alla mia circonferenza aumentata, le pareti che si contraevano in spasmi deliziosi. Lei gridò di piacere misto a dolore, le unghie che graffiavano le lenzuola, il vibratore ancora dentro che amplificava ogni sensazione.

Oh dio, è così grosso... mi stai riempiendo completamente,

gemette, le anche che si alzavano per accogliermi più a fondo. Spinsi fino in fondo, le palle che sbattevano contro il suo culo, e iniziai a scoparla con ritmo crescente, il cock ring che mi teneva duro come roccia.
Ogni affondo era una sinfonia di suoni bagnati: il slap della pelle contro pelle, i suoi gemiti acuti che echeggiavano, il ronzio del vibratore che vibrava attraverso di noi. Le sue tette rimbalzavano con ogni spinta, i capezzoli turgidi che imploravano attenzione, e io li pizzicai forte, facendola inarcare.

Senti come ti sto dilatando la fica,? Questo è il tuo allenamento: imparare a prendermi tutto, ogni volta,

ringhiai, accelerando, il sudore che colava sui nostri corpi illuminati dal sole.
Lei si masturbò di nuovo il clitoride mentre la scopavo, le dita che sfregavano furiosamente, portandosi a un altro orgasmo che la fece stringere intorno al mio cazzo come una morsa calda e bagnata.

Vengo... vengo sul tuo cazzone enorme!

urlò, il corpo che tremava violentemente, schizzi di umori che bagnavano le mie palle. La sensazione mi spinse oltre il limite di nuovo, e venni dentro di lei con un ruggito, riempiendola di sperma caldo che colava fuori dalla sua fica dilatata quando mi ritrassi.

Così, brava,

la lodai, ansimando mentre mi sdraiavo accanto a lei, il cock ring ancora stretto, il corpo esausto ma appagato. Lei si girò verso di me, il viso arrossato e lucido di sudore, un sorriso appagato che le illuminava le labbra gonfie. Il collarino era bagnato di saliva e sudore, il guinzaglio abbandonato sul letto.

Grazie, allenatore,

disse ridendo dolcemente, la mano che sfiorava il mio petto.

Non vedo l'ora della prossima lezione. Voglio essere ancora più brava per te.


E così, la nostra mattinata di giochi si concluse, lasciandoci entrambi ansimanti, appiccicosi e profondamente soddisfatti, il sole che ora batteva alto, promettendo altre sessioni di piacere estremo. Il letto era un disastro di fluidi e lenzuola umide, ma era il segno perfetto della nostra passione insaziabile.

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