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Il branco
by eaudechatte
Come tante volte accade quando facciamo l'amore, ci siamo fatti prendere dalla fantasia. E mentre l'eccitazione saliva lei si fa scappare la più classica delle fantasie e mi dice
mi piacerebbe essere violenta da più uomini...
Ah che porcellina pensai. Pensavo fosse finita lì, come accade di solito. Queste cose si dicono quando siamo eccitati, e ognuno aggiunge più particolari per alzare la temperatura un po' più su. È raro che lei espliciti un desiderio particolare. Sono quasi sempre io a proporre le situazioni situazioni in cui mi piacerebbe vederla coinvolta e lei accetta di buon grado di diventarne attrice. D'altronde adora il cazzo, e non solo il mio. Adora il fatto di essere desiderata dagli uomini, e adora che io lo sappia. Da sempre. Ma quella volta la sera dopo a cena fu lei a rientrare in argomento. Cominciai ad indagare. Come lo aveva immaginato? Dove si sarebbe ambientato? Chi doveva compiere il misfatto? Come si sarebbe svolta l'azione? Dopo aver avuto tutti gli elementi lasciai cadere il discorso. Mi alzai dalla sedia e andai dietro la sedia dove era seduta lei. Le infilai una mano nelle mutandine sentendola molto umida. Le dissi che era una zoccola. Mi rispose
lo so! Ma so anche che questo ti fa impazzire!
Le risposi che adoravo il fatto che avesse la fica molto frequentata... Ridemmo. Era d'estate, ci preparammo per la notte come al solito, e ci mettemmo a letto. Lei solo in mutandine ed io accanto a lei. Cominciò a toccarmi, come fa sempre quando ha voglia. Le dissi di scusarmi che ma che ero stanco e non c'è la facevo quella sera, anche perché poi il mattino dopo avrei dovuto svegliarmi presto. Si girò risentita dall'altra parte e si addormentò. Pensai che sarebbe stata proprio la sera adatta. E lo sarebbe stata in verità, perché avevo organizzato il tutto proprio per quella notte. Aspettai che si addormentasse profondamente. Inviai il messaggio a chi attendeva fuori casa. Mi alzai di soppiatto. Aprii la porta di casa e li feci entrare. Si spogliarono silenziosamente in soggiorno. Tutti ci muovevano come gatti per non fare rumore. Li feci dirigere in camera sempre di soppiatto mentre io rimasi indietro, sulla porta. La circondano sul letto ammirandola. Lei ormai dormiva profondamente a pancia sotto con una gamba alzata. Le mutandine facevano intravedere il tesoro che custodivano. Tutto si svolse in un secondo. Uno la bloccò prendendola saldamente per i polsi, due la afferrarono per le caviglie, uno balzò sul letto, e le tirò le mutandine strappandole. Lei si svegliò di soprassalto non capendo subito la situazione, impaurita. Cominciò a urlare, ma sfortunatamente per lei abitiamo in campagna e siamo isolati. Erano 4 e quello che era balzato sul letto le afferrò i capelli e le teneva premuto il viso sul cuscino, le infilò dentro il cazzo senza convenevoli, cominciando a pomparla. Cercava di divincolarsi ma gli altri la reggevano saldamente. Io rimanevo sulla porta in disparte. Mentre la pompava dopo poco, già i suoi strilli si erano tramutati in mugolii. Dissi loro che ormai aveva capito. La lasciarono libera. Lei alzo i viso dal cuscino con i capelli tutti scarmigliati sorridendo mentre ancora quello le dava colpi ben assestati. Mi disse
cornuto, per questo mi hai rifiutata eh?
Le sorrisi mentre uno di loro le sbatteva il cazzo sul viso e mentre lei mi guardava, poi prontamente lo prese in bocca fino alla gola. Poi la doppia nella fica. Poi la giravano e la rigiravano dandole colpi ben assestati fino all'utero. Cazzi in bocca, nella fica in tutte le posizioni. Sembrava una marionetta che loro muovevano secondo i loro desideri. Lei mi guardava di tanto in tanto, sempre con quel sorrisetto sarcastico di sfida che ha sempre in queste occasioni. La vidi godere più e più volte quella sera. Usata. Abusata. Tra i suoi ragli di piacere. Finirono tutti di usarla venendole ovunque sul corpo. Uscirono senza nemmeno salutarla, lasciandola li sul letto esausta e provata dai tanti orgasmi. Li feci uscire. Tornai da lei trovandola nella stessa posizione in cui l'avevamo lasciata. Mi avvicinai. Lei aprí gli occhi sorridendo.
Vieni qui
mi disse mettendomi una mano sulla nuca e baciandomi. La sua bocca sapeva di sesso. Di cazzo. Sa che adoro vederla così, sentirla così. Odorava tutta di sesso. Odorava di sborra. Le misi una mano tra le gambe. Era aperta. Spalancata. Le grandi labbra ancora gonfie di piacere. La presi anche io, come sempre faccio dopo che si lascia usare. Facemmo l'amore delicatamente. Sentivo entrandole dentro che era molto allargata. Era stata usata bene con le doppie. La accarezzavo e mi accorsi che aveva sperma ovunque, anche sui capelli. Ne sentivamo l'odore. Ci eccitammo di nuovo. Si eccito, di nuovo. Venimmo li, insieme, immersi nell'odore di sesso che pervadeva la stanza e il nostro letto.
