STORY TITLE: i primi guardoni 
logo The Cuckold
82


STORY

i primi guardoni

by PeNRoma
Viewed: 220 times Comments 1 Date: 05-10-2025 Language: Language

Da fidanzati
Quando si è fidanzati si sa la voglia viene in un momento ed è difficile reprimerla. Ed ora che siamo diventati maturi, ripensare a come e quanto lo si faceva da giovani fa venire nostalgia non solo per la passione e il piacere sempre crescente delle volte in cui si godeva insieme, ma anche per le situazioni nelle quali avvenivano gli amplessi.
Io e quella che sarebbe diventata mia moglie, non disponevamo di una casa libera dove farlo. Se non era libera nei fine settimana quella dei nostri genitori, non cera alternativa se non farlo in macchina. E spesso ci si appartava in macchina, aspettando lo scendere del buio della sera oppure in posti più appartati possibile.
Però in estate la sera scende tardi. Una domenica di luglio si tornava a casa ma la voglia di non lasciar finire quel fine settimana senza aver goduto ci lasciava un po' di malinconia. Su mia proposta decidemmo di andare ad appartarci un po' lungo la via appia antica: negli anni 90, a Roma, la regina viarum era ancora transitabile dal traffico delle automobili. I resti delle antiche tombe romane si prestavano quali anfratti naturali per rimanere appartati in auto ed erano normalmente usati dalle coppie, fidanzati o amanti clandestini, per fare sesso… anche sfrenato. A terra, una quantità di fazzoletti e preservativi usati in putrefazione lo testimoniava e non lasciava dubbi sulla frequenza di utilizzo di quegli spazi.
Come dicevo sopra, erano ancora le 18, il sole era ancora alto… e a luglio a Roma la temperatura e l’umidità non da tregua: aria condizionata?? Non avete capito forse… l’utilitaria che da giovane studente universitario avevo ereditato da un mio zio anziano era il massimo che potevo permettermi e ovviamente a malapena disponeva di un ventilatore. Quindi finestrini completamente abbassati e vestiti ridotti al minimo…. la qual cosa agevolava anche l’atto sessuale perché in un attimo si stava nudi. La zona era talmente fuori dai centri abitati che non si rischiava di essere intercettati da qualche pattuglia dei vigili urbani che magari ci poteva fare contravvenzione e tutto sommato era tollerato, come dicevo prima.
Trovato il giusto anfratto libero, ci entro con la mia piccola utilitaria. Dal lato guidatore c’erano i ruderi di una antica tomba romana, davanti e sul lato passeggero delle altre siepi e rovi. Ci cominciamo a baciare e subito le mani cominciano a palpare il seno, le gambe nude e le sue si poggiano sui pantaloni proprio sul cazzo che era già duro e pulsava forte. La mia fidanzata, che poi sarebbe diventata mia moglie, portava un semplice vestitino a tubino di maglia di cotone leggerissima, verde con cuoricini bianchi, che lasciava scoperto il collo e le spalle pur calandosi appena appena sulle braccia; sotto era a mezza coscia, ben sopra il ginocchio ma abbastanza per coprire il culo e la figa. Sotto mutandine e basta: faceva molto caldo e quando a Roma impera l’afa, lei non sopporta il reggiseno.
Così vestita, poco vestita, abbassato il suo sedile fino a terra, fu un attimo calarle il vestito sfilando le braccia e alzarlo fino alla vita così che fosse in sostanza tutto raggomitolato proprio sulla vita. Sfilate le mutandine, mi offriva la sua giovane fregna pelosa, come si usava in quel periodo, e bagnata degli umori vogliosi che aveva prodotto ma anche per il gran caldo che sentivamo in quel momento. Anche io mi calai i pantaloncini e le mutande fino alle caviglie e tolta la maglietta, stavo sopra di lei che mi abbracciava sudato baciandomi e eccitandosi.
Me lo teneva in mano e mi pompava sentendolo duro e scappellato ed io le palpavo il seno e con l’altra mano mi infilavo tra le sue labbra calde morbide e bagnate della sua fregna pelosa. Lei, chiusi gli occhi sospirava di voglia e si mordeva le labbra muovendo il bacino come per anticipare l’amplesso.
Mia moglie non si è mai trattenuta nel godere: è più forte di lei. Quando gode geme forte e al culmine strilla senza freni. I primi tempi dopo il matrimonio, i nostri vicini di appartamento ci guardavano e salutandoci facevano sorrisetti maliziosi se durante la notte avevamo fatto sesso: era il segno inequivocabile che avevano ascoltato i gemiti della signora che aveva goduto del mio cazzo.
E così fu anche quella volta: già mentre la sditalinavo la sentivo gemere, ansimare irrequieta col corpo che si contorceva di piacere. Anche io ero a buon punto e così le salii sopra, lei spalancò le gambe, con la mano, lo guidò tra le labbra della vulva e lo fece penetrare tutto emettendo un forte gemito di piacere ed un sospiro come se fosse stata riempita fino all’orlo della vagina. Cominciavo a pompare. Prima piano, poi con maggiore frequenza: lei si dimenava con la testa all’indietro e stringendomi per le natiche mi premeva a sè in modo da farlo spingere fino a fondo corsa, ed il fondo era la stesa dell’utero!
Eravamo in un posto tranquillo come detto, però io ogni tanto alzavo la testa per dare un’occhiata fuori per sicurezza. Cerano anche altre macchine appartate nei dintorni però non volevo che ci fossero malintenzionati. E alzando la testa sopra il finestrino spalancato, tra le siepi, distintamente vidi due figure di uomini, uno più alto dell’altro, intenti a maneggiare qualcosa all’altezza del cavallo…. Inequivocabile, avevano il cazzo fuori e si stavano masturbando. Guardai la mia fidanzata che ormai era completamente andata fuori di giri e godeva e mi invitava anche a voce a spingere dentro, a non smettere e continuare …. “Dai, ancora! Ancora! di più!......” alternando gemiti a forti sospiri. Non potevo fermarmi. Continuavo a spingere e pompare con lo sguardo verso quelli che, dall’altra parte della siepe, stavano segandosi di gusto, finchè la mia fidanzata non raggiunse l’apice dell’orgasmo strillando forte, come era sua abitudine fare, con enorme godimento. Anche io insieme a lei sborrai abbondante dentro di lei.
Poco dopo mi sfilai il cazzo colante dei miei e dei suoi umori e mi riportai al mio posto di guida, mentre prendevo qualcosa per pulirmi e da dare a lei per asciugarsi la fregna colante. Lei compiaciuta e appagata sorrideva rimanendo completamente nuda e distesa sul sedile in attesa dei miei fazzoletti. Mentre li prendevo, vidi che uno dei due stava dietro la siepe di fronte e poteva vedere dal vetro anteriore tutta la scena della mia fidanzata nuda, completamente slabbrata e piena di sborra che le usciva fuori.
Non so perché, non so come sia possibile, ma la reazione istintiva di paura si trasformò in un segreto quanto inconfessabile piacere di esibizionismo della mia ragazza. Non dissi nulla a lei quindi. Le diedi i fazzoletti e la lasciai asciugare piano piano: quella che colava da dentro, poi con un altro quella che stava introno ai peli con lei che cercava di tamponare quanto più possibile quel pastrocchio che aveva tra le gambe e sotto al suo sedere: anche quello era tutto zuppo tra sudore e umori che aveva perso e allora si girò su un fianco e mi chiese di asciugare quello che potevo fare. IO avevo ancora il cazzo nudo e facevo come mi chiedeva: con la mano passavo il fazzoletto tra le chiappe fin dove stava il buco dell’ano ben consapevole che la scena era integralmente vista dal guardone che stava dietro la siepe, la davanti a noi, in completo silenzio.
Asciugata tutta si stava ricomponendo il vestito, ma io le chiesi una cortesia maliziosa: non volevo che lo spettacolo finisse per i nostri inattesi visitatori: le chiesi se voleva pulirmi il cazzo con la sua bocca senza vestirsi. Le dissi che ero stato molto bravo e che doveva farlo. Fece un sorriso eppoi si abbassò con la testa verso la cappella pulendo tutto accuratamente con la bocca .
Mentre lei stava così feci un segno al guardone: alzai il pollice come faceva Fonzie. Sicuramente lui capi e si scorse con la faccia fuori per farsi vedere e farmi un “ok” con la mano.
Finito il lavoro di “pulizia” si rivestì ricomponendosi il vestito e infilando le mutandine. Accesi il motore, misi la retromarcia ed uscii dall’anfratto. Faceva ancora caldo ed il sole ancora era alto. Tenevamo i finestrini completamente abbassati e lei aveva l’aria compiaciuta che solo una femmina soddisfatta può avere. Lungo la strada, a bordo dell’Appia Antica, i due guardoni procedevano nella nostra stessa direzione a piedi, usciti da un sentiero poco più avanti l’anfratto dove ci eravamo fermati. Lei vedendoli, disse “che ci fanno questi due qui a piedi?” temevo che potesse immaginare che ci avevano spiato per tutto il tempo. Invece continuò dicendo “non hanno scelto la giornata giusta per passeggiare”…. E invece credo che avessero scelto la migliore giornata per farlo!!!
Questa fu la mia prima esperienza da esibizionista e da allora è stato un continuo crescendo…..

POSTED 1 COMMENTS:
  • avatar carrotta bellissimo racconto. Scrivi degli altri episodi

    07-10-2025 10:47:26